Assunzioni, CNDA: docenti FIT DM 631/2018 devono scegliere nuovamente provincia. Ecco perché

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Comunicato Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati – Per le procedure concorsuali 2018 non ultimate entro il 31/08/2018 o per le quali, in difetto di pubblicazione della relativa G.M.R.E. entro tale data, non è stato possibile procedere con le immissioni al percorso FIT nell’estate 2018, è stato emanato il D.M. 631/2018.

Il provvedimento ha previsto l’accantonamento dei posti residui del contingente 2018 per i candidati risultati in posizione utile nelle relative G.M.R.E. pubblicate entro e non oltre il 31/12/2018.

Il Decreto 631 del Miur nasceva proprio per tutelare questa categoria di docenti, che a causa dei ritardi nelle procedure degli Uffici Scolastici non erano stati ammessi al III anno FIT il 01/9/2018.

Molti USR/USP hanno convocato nell’inverno 2018 i docenti in posizione utile per la scelta dell’ambito territoriale di immissione in ruolo sulla base del contingente assunzioni ridotto 2018, ma con decorrenza giuridica ed economica di immissione in ruolo al 01/09/2019.

 I docenti risultati meglio posizionati in graduatoria sono, quindi, stati costretti a scegliere sulla base di un contingente vecchio e ridotto, risultato dalle operazioni di mobilità e immissione in ruolo del 2018 (le immissioni in ruolo da GAE – laddove non erano esaurite, ma erano esaurite le GM 2016 – sono, infatti, state effettuate sul 100% dei posti provinciali disponibili), mentre quelli con una posizione inferiore in graduatoria e non risultati in posizione utile per l’accantonamento, potranno in questi giorni scegliere sul più ampio contingente assunzioni 2019, il quale, al netto delle operazioni di mobilità e pensionamento appena concluse, offrirà un maggior numero di sedi, con soluzioni più favorevoli, perché distribuite su un numero maggiore di province di tutta la regione – come previsto dal bando di concorso 2018 – e che li vedrà immessi in ruolo con la stessa decorrenza giuridica ed economica dei primi in graduatoria (01/9/2019).

 Al fine di evitare disparità di trattamento tra docenti che verranno immessi in ruolo lo stesso giorno, anche i docenti che hanno avuto diritto di scegliere un ambito da contingente 2018, meritano di poter scegliere in ordine di graduatoria su tutto il contingente della regione senza essere vincolati dalla provincia dell‘ambito precedentemente accantonato.

Secondo quanto stabilito dal D. Lgs. 59/2017, modificato dalla legge di bilancio del 31/12/2018 (c. 792 punto 3) infatti, “i vincitori scelgono, in ordine di punteggio e secondo i posti disponibili, l’istituzione scolastica nella regione in cui hanno concorso, tra quelle che presentano posti vacanti e disponibili, cui essere assegnati per svolgere le attività scolastiche relative al percorso annuale di formazione iniziale e prova”.

Per un concorso che non prevede esclusi e che garantirà il posto a tutti coloro che si trovano nella graduatoria di merito, secondo le modalità e i tempi necessari, una disposizione del D.M. 631/2018 priva di chiare istruzioni operative del Miur che indichino (nella circolare assunzioni) la possibilità di scegliere la cattedra su tutta la regione, non può che rivelarsi un elemento di pesante svantaggio per i docenti che occupano le posizioni più alte della graduatoria: questi non solo finiranno nella maggior parte dei casi fuori provincia, ma saranno anche costretti a rimanere nella sede di titolarità per cinque anni senza possibilità, almeno per questo primo anno scolastico, di chiedere assegnazione provvisoria su sede più vantaggiosa.

L’insieme di questi elementi rende possibile il profilarsi di una situazione di grave ingiustizia ed illogicità dell‘atto amministrativo che penalizzerà in particolare i docenti che hanno ottenuto un maggiore punteggio in graduatoria 2018, posizionandosi ai primi posti della stessa.

Il grande movimento di sensibilizzazione che ha inteso informare il MIUR, gli USR/USP della grave ingiustizia in atto è a cura del C.N.D.A. (Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati) che si è speso negli ultimi anni nella tutela degli interessi di tutti i docenti abilitati al transitorio.

Il risultato è stato quello di un dialogo aperto con i principali sindacati di settore e il loro pieno appoggio alla richiesta di cambio provincia, attestato dai comunicati stampa successivi alla giornata dedicata alla definizione della circolare delle assunzioni dello scorso 2 luglio (si vedano in particolare i comunicati di UIL,CGIL e CISL riportati alla fine del presente comunicato).

La riunione si è rivelata non risolutiva per le numerose questioni da affrontare e la decisione in merito alla richiesta dei docenti destinatari e vittime del D.M. 631/2018 di poter cambiare la provincia di accantonamento in base alle nuove disponibilità, è stata rimandata al prossimo venerdì 12 luglio.

 Il Miur ha in sostanza preso tempo per valutare la situazione ma, a fronte dell’avvio delle procedure di immissione in ruolo per i docenti che hanno accantonato i posti, messe in atto da molti USP già in questi giorni, prima ancora che sia pubblicata la circolare assunzioni, è necessario che la problematica sollevata trovi la giusta attenzione e proponga fattivi interventi che tutelino i diritti di tutti i docenti coinvolti.

Nell’attesa di una risposta da parte del Ministero, resta da chiedersi se ci sia una categoria di docenti che verrebbe lesa dall’accoglimento della proposta di concedere ai destinatari del D.M. 631/2018 una nuova scelta su provincia.

 Ecco alcune ipotesi:

 ·  i docenti ammessi al percorso FIT 2018

– La loro posizione è profondamente diversa da quanto descritto e in alcun modo assimilabile. I FIT 2018 hanno spartito il contingente 2018 con le GAE ai sensi dell’art.399 c.1 del D. Lgs. 297/1994, mentre i destinatari del D.M. 631/2018 hanno scelto l’ambito in subordine alle stesse. Inoltre, i docenti FIT 2018 hanno ottenuto la possibilità di chiedere assegnazione provvisoria già dalla data di immissione in ruolo, cosa negata ai destinatari del D.M. 631/2018. Bisogna anche considerare che il D.M. 631/2018 è indirizzato a tutti quei docenti che non sono stati ammessi al III anno FIT e, dunque, si tratta di altre classi di concorso e altre regioni, non appartengono alla stessa graduatoria di merito e quindi non si tratta di situazioni che vanno ad accavallarsi. In ultimo, ma non per rilevanza, i docenti FIT 2018 saranno soggetti al blocco triennale, i destinatari del D.M. 631/2018 al blocco quinquennale. Appare quindi evidente come l’accoglimento della proposta non andrebbe a svantaggiare questa categoria di docenti

 · I docenti che hanno sostenuto il concorso 2018 e che non sono risultati in posizione utile per l’accantonamento ai sensi del D.M. 631/2018.

– Nel caso in cui la proposta venisse accolta, sceglierebbero in subordine secondo il regolare scorrimento della graduatoria di merito, di fatto non venendo minimamente lesi;

·  i docenti che si sono visti rifiutare la domanda di mobilità in virtù dei posti accantonati ai sensi del D.M. 631/2018, che per il cambio di provincia dei vincitori del concorso 2018 non sarebbero più occupati da accantonamento.

–  Tutti i posti accantonati ai sensi di tale D.M. sono residui della mobilità e delle immissioni in ruolo da GAE e da GM 2016 e pertanto sono già stati oggetto della mobilità 2018 con priorità rispetto alle immissioni in ruolo (e la proposta di nuova scelta della provincia per chi ha avuto diritto ad accantonamento ai sensi del D.M. 631/2018 non interferirebbe con la mobilità 2019, la quale ha comunque avuto priorità). Nel caso in cui i docenti che hanno accantonato il posto cambiassero provincia, lasciando liberi i posti accantonati, questi andrebbero nuovamente a mobilità nel 2020. La mobilità si sarebbe comunque confrontata con i posti liberi nell’anno di riferimento: nel 2018 prima dell’accantonamento e nel 2019 prima delle immissioni in ruolo;

·  i docenti in GAE

– che tuttavia non vedrebbero leso nessun diritto: l’art. 399 c.1 del D. Lgs 297/1994 sancisce la spartizione delle immissioni in ruolo al 50% tra GAE e Graduatorie di merito dei concorsi e la proposta riguarda unicamente il 50% destinato alle graduatorie di concorsi.

 Il rifiuto di accogliere la richiesta dei docenti destinatari del D.M. 631/2018 sarebbe lesivo del principio dell’imparzialità della pubblica amministrazione, creando disparità di trattamento notevoli tra docenti che prenderanno servizio nello stesso anno scolastico. Esso costituirà anche un duro colpo ai principi meritocratici che dovrebbero governare ogni pubblico procedimento, dando così avvio a diffide e ricorsi che incomberanno, prima ancora che sia iniziato, sul nuovo anno scolastico.

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