Associazione Docenti per i Diritti dei Lavoratori: “No al percorso FIT(tizio) di reclutamento. I docenti di Terza fascia vanno abilitati e messi in ruolo”

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Inviato da Pasquale Vespa – “Ci accingiamo ad inaugurare un nuovo anno scolastico, il terzo anno da quando la minaccia della riforma della scuola è divenuta realtà. Non abbiate incertezze, anche questo nuovo anno scolastico si apre all’insegna della ‘supplentite’ – così in una nota il professor Pasquale Vespa, presidente dell’Associazione Nazionale “Docenti per i Diritti dei Lavoratori”.

“Senza parlare del superlavoro e del caos vissuto ancora in queste ore nelle segreterie per l’aggiornamento delle Graduatorie di Istituto – continua il professor Vespa -, per i tanti errori di valutazione del punteggio dovuti al sistema informativo del Miur. Quello reso già tristemente famoso dall’algoritmo sballato (costato centinaia di migliaia di euro alle tasche dei contribuenti) che ha mandato migliaia di docenti al Nord quando per punteggio dovevano restare al Sud”.

“La novità per noi precari di Terza Fascia – dice il presidente dell’Associazione Nazionale “Docenti per i Diritti dei Lavoratori” – è l’ultima ‘coltellata nel fianco’ del tanto osannato (dalla Ministra Fedeli che non perde occasioni per tesserne le lodi) piano di reclutamento e percorso di formazione FIT, cui dovrebbero essere condannati i lavoratori di Terza Fascia. ‘Finchè non cambia il Governo’, diciamo noi! E’ risaputo che chi conquista il potere, non sapendo cosa fare, mette le mani sulla scuola e lascia il proprio segno indelebile, in peggio. Anni di malgoverno, di destra e di sinistra, hanno reso l’inferno che oggi è la Scuola Pubblica. Probabilmente nessuno riuscirà a fare peggio dei Governi Renzi-Gentiloni”.

“E che dire del Ministro Fedeli? Grande esperienza nella CGIL, molti pensavano che fosse una scelta di mediazione, dopo il ministro-fantoccio che l’ha preceduta. Fantoccio perché le vere scelte erano prese altrove e da Renzi. E mediazione invece non vi è stata, nonostante il nostro confronto con lei avesse fatto intendere che in cantiere vi fosse una soluzione utile ad assorbire il vero precariato. Anzi, con il Decreto Legge 59/2017, emanato il 10 agosto scorso – approvato con la complicità del Movimento 5 Stelle -, si condanna chi è precario da anni e non è ancora abilitato ad un lungo e farraginoso percorso ad ostacoli che non garantisce il ruolo: partecipare al nuovo concorso FIT, superarlo, fare un anno di formazione sottopagato per conseguire l’abilitazione e uno di tirocinio. Intanto servono docenti e tanti di questi sono supplenti da anni! Chi difende il nuovo percorso afferma che saremo pagati per formarci e abilitarci. L’Associazione Nazionale “Docenti per i Diritti dei Lavoratori” – che rappresento – sottolinea ancora una volta che chi ha esperienza sul campo deve essere abilitato almeno con un percorso analogo a quello dei colleghi che nel 2013 hanno sostenuto il PAS ed ora si trovano a poter partecipare al transitorio che prevede per loro un concorso non selettivo che li immetterà in una nuova graduatoria ad esaurimento, la Graduatoria Regionale di Merito, e quindi in ruolo”.

“Cambiano i Governi e cambiano le sigle che si inventano per dare un tocco di novità alle loro riforme, ma la sostanza e la discriminazione tra lavoratori permane! Nessuna mansione differente per chi è supplente abilitato e chi non lo è, nessuna differenza con i colleghi di ruolo. Stessi doveri, stesse responsabilità, due sbocchi differenti. Uno agevolato, un altro oltremodo penalizzante e senza garanzie. Due anni di formazione per chi ha almeno tre anni di esperienza, la fregatura-obbligo di dover conseguire 24 CFU (a pagamento) in discipline antropo-psico-pedagogiche, e tre anni di tirocinio per chi non ha accumulato questo servizio. Una vera presa in giro!”

“Che dire. E’ stata un’estate calda. Abbiamo appreso che la sperimentazione del liceo breve si farà per avvicinarci all’Europa. Peccato che l’Europa dice che chi lavora da tre anni nel settore pubblico va assunto e non sfruttato sine die per poi essere buttato via con il percorso FIT(tizio) di reclutamento. Ma abbiamo anche ascoltato la Ministra affermare quanto sia necessario estendere l’obbligo scolastico a 18 anni. E degli stipendi? Sempre secondo il ministro gli insegnati dovrebbero guadagnare il doppio (per equipararli a quello dei colleghi in tutta Europa), peccato poi che che la cifra degli aumenti di cui si parla al lordo è di 85 euro, con in aggiunta la beffa del bonus di 80 euro che ce lo potremo pure sognare”.

“E poi i numeri. Tanti numeri sparati un po’ a casaccio, ma che fanno tanto campagna elettorale. 52mila stabilizzazioni del personale docente per l’anno scolastico 2017/2018 che secondo stime dei sindacati si ridurranno purtroppo a circa 37.000. “15.000 stabilizzazioni in meno rispetto a quelle programmate, per mancanza di aspiranti nelle graduatorie ad esaurimento e del concorso 2016. In particolare resteranno liberi almeno 10.000 posti di sostegno. Un danno per la scuola pubblica e per la continuità didattica” – dice la CGIL in un suo comunicato – “Per questa via non si mette fine alla famosa “supplentite”. E noi, concordiamo con la CGIL”.

“E allora la mobilitazione non si fermerà! Noi non demordiamo, la soluzione la vogliamo da questo Governo, ora. Attenderemo quindi che i nostri parlamentari abbiano terminato il giusto ristoro estivo fatto di ben 40 giorni di ferie e che terminerà il 12 settembre, e noi dell’Associazione Nazionale “Docenti per i Diritti dei Lavoratori” organizzeremo una nuova mobilitazione per settembre in piazza a Roma!” – conclude la nota AnDDL.

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