Associazione Cnt: Ecco perché diciamo no a nuova sanatoria “salva precari”

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Comunicato associazione Cnt – Abbiamo ribadito più volte le ragioni della nostra profonda contrarietà alla nuova sanatoria “salva-precari”.

Per non essere ripetitivi, ci limitiamo a riprendere alcune affermazioni dell’ultimo comunicato rilasciato dal ministro Bussetti, che suggerisce, con toni non proprio sportivi, all’altro partito di governo di mettere da parte le proprie riserve e di approvare il decreto. Ma le riserve dei parlamentari dei 5 Stelle sono in realtà anche quelle di una parte della classe docente, anzi, della parte maggioritaria, per quanto meno rumorosa e presente sui social; sono anche quelle dei dirigenti scolastici e soprattutto delle famiglie degli studenti, colpevolmente mai interpellate su un problema – “come reclutare dei bravi insegnanti?” – che pure le riguarderebbe da vicino.

Questa parte della società civile non sta “gufando” contro la legittima stabilizzazione di cinquantamila precari, perché di legittimo non c’è proprio niente, se non il diritto da parte degli studenti ad avere degli insegnanti adeguatamente selezionati e formati. Se credete che stiamo facendo della retorica da quattro soldi, andate a rileggere cosa dicono rispettivamente gli articoli 33 e 34 della Costituzione sul diritto allo studio e gli articoli 97 e 98 sul buon funzionamento della Pubblica Amministrazione. Di retorico c’è solo lo slogan infinitamente volgare che vorrebbe farci credere che il “servizio è merito”, ovvero che il valore umano e professionale di un docente consista nell’essere iscritto in una graduatoria e svolgere qualche anno di supplenza, la cui “idoneità”, ben intesi, non è mai stata valutata da nessuno.

Le reali priorità sono altre: riduzione del numero degli studenti per classe per migliorare la qualità didattica, aumento dei salari per restituire dignità alla classe docente, passaggio al tempo pieno per contrastare la dispersione scolastica, razionalizzazione del sistema di reclutamento per garantire l’assunzione di bravi insegnanti. Nessuno ha bisogno di una nuova sanatoria, se non quei soggetti politici e sindacali che hanno legato la propria sopravvivenza al “mercato della speranza” del precariato scolastico.

Ecco perché vogliamo rivolgere un appello a tutti i parlamentari che hanno realmente a cuore il destino della scuola pubblica, affinché impediscano l’approvazione di questo decreto. Ora o mai più, per il bene dei nostri studenti.

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