ASL, slegata dal percorso formativo. Rete Studenti: presentata alla Camera la nostra indagine

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comunicato Rete Studenti Medi – Questa mattina abbiamo presentato il nostro studio sul’Alternanza Scuola Lavoro, condotto su un campione di giudizio rispetto alla popolazione studentesca del paese, con oltre 4000 studenti di 4° superiore da tutta Italia, in modo da intercettare quei soggetti che dovevano aver già svolto almeno un anno di ASL.

“Quello che emerge dal nostro monitoraggio – esordisce Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi – è che l’Alternanza scuola lavoro è ancora lontano da essere una vera esperienza di didattica formativa alternativa. I dati evidenziano che la modalità di attuazione dell’alternanza ha creato forti disparità. La realtà eterogenea è figlia di una situazione caotica che alimenta la precarietà di alcuni di questi percorsi – alcuni dei quali salgono alla cronaca – e si riflette in giudizi contrastanti nei quali il 48% degli studenti da una valutazione positiva all’esperienza svolta ma esiste una enorme fetta, pari al 33%, pesantemente critico di fronte a percorsi poco o per nulla formativi”.

Prosegue Manfreda: “Da un lato abbiamo le scuole che, su uno sforzo fortemente basato sulla volontà e l’individualità dei professori, prova ad attrezzarsi cercando di assicurare la presenza dei tutor scolastici, anche se solo nel 50% dei casi, appunto, competente. Dall’altro abbiamo la chiara esplicazione di un mondo del lavoro che fatica a vedere nell’investimento in formazione una risorsa per l’impresa e per il paese. Invece di vedere nell’Alternanza scuola lavoro un catalizzatore per evolvere il modo di concepire l’acquisizione di competenze e la formazione nei luoghi di lavoro, si abbandonano gli studenti, infatti solo uno studente su quattro è opportunamente seguito all’interno della struttura ospitante, relegandoli in situazioni di precarietà, spesso a fare tutto fuorché esperienze formative, o peggio a fare mansioni che non competono loro.”

“L’altra questione importante che emerge – continua Manfreda – è la totale incapacità di far diventare il percorso di Alternanza parte del tradizionale percorso di formazione dello studente. Manca una discussione sugli obiettivi formativi e sui programmi, questo ha alimentato una contrapposizione tra didattica scolastica e didattica al di fuori delle mura della scuola e, infatti, invece di una sovrapposizione dell’alternanza all’interno dell’orario curricolare la metà degli studenti intervistati, circa il 51%, afferma di aver svolto quasi o completamente l’alternanza al di fuori dell’orario curricolare. L’effetto è stato anche un estremo ingombro nel tempo libero degli studenti, una messa in discussione del loro diritto al riposo e al coltivare altre attività.”

“Serve un’inversione di rotta – conclude Manfreda – servono politiche di investimento e formazione che mettano le nostre scuole nelle condizioni di costruire percorsi di alternanza di qualità. Servono attente riflessioni e attenzione alle transizioni tra Scuola e Lavoro. Continuiamo ad essere in profondo ritardo con la definizione della Carta dei diritti e dei doveri degli studenti e delle studentesse in Alternanza ma soprattutto, di fronte a questa situazione, è necessario e fondamentale che il Ministero chiarisca cosa è e cosa non è Alternanza scuola lavoro, che si mettano criteri anche stringenti affinché un soggetto ospitante possa attivare questi percorsi, perché vogliamo poter dire agli studenti di poter vivere a pieno le potenzialità di un percorso realmente formativo alternativo, smettendo di far vivere agli studenti e alle scuole questa come un semplice obbligo formativo da adempiere a tutti i costi”.

L’inchiesta è disponibile e scaricabile sul nostro sito e sul nostro portale dedicato all’alternanza alternanzagiusta.it (in aggiornamento in queste ore).

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