Arte e musica mancano nelle scuole italiane. Lettera

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inviata da Lorenzo Picunio – L’Italia è una nazione fondamentale dal punto di vista della musica. Eppure non c’è insegnamento, nella scuola italiana, che trovi così poco spazio.

La musica è un linguaggio umano fondamentale, un incontro fra razionalità ed emozioni, un gioco relazionale splendido che unisce le persone e trasmette con facilità abilità e conoscenze.
Un ragionamento analogo vale per l’arte. Dalle antiche civiltà italiche, ai Romani, fino alla pittura, alla scultura e all’architettura del Rinascimento, e senza dimenticare la modernità, siamo un catalogo di tutte le capacità espressiva possibili, da Roma, Firenze  e Venezia fino ad innumerevoli piccoli centri.
Facendo un ragionamento un po’ crudo e mercantile, sono migliaia di posti di lavoro che si possono creare in un turismo che si allarga in modo esponenziale;  e non è più – e sarà sempre meno – legato ai centri già noti: quanto è già avvenuto in Toscana o nel Veneto si può ben estendere a Sicilia o Basilicata, in fin dei conti a tutta Italia. Premono – fra l’altro –  un miliardo di cinesi e molti altri turisti potenziali del mondo.
Ma il dato più importante è culturale, non economico. La cultura, anche la cultura artistica è quella musicale, arricchisce le persone: educa al bello, fa conoscere le trasformazioni e favorisce gli incontri fra culture. Apre spazi  anche a ragazzi o ragazze che vivono situazioni di disagio, e questo è ben noto a chi insegna discipline artistiche e musicali.
Diventa l’arte una “porta” per amare la scuola, per aprirsi anche alle altre conoscenze.

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