Appalti pulizia, ANIP: nessuna stabilizzazione, 5.000 i lavoratori licenziati

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Comunicato ANIP-Confindustria – Nonostante le ‘bugie’ del Governo, ci saranno 5000 licenziati di Stato per una finta stabilizzazione. Avremo meno addetti, meno pulizia e meno servizi nelle scuole.

ANIP-Confindustria, l’associazione nazionale Imprese di Pulizia e Servizi integrati, continua a intervenire sul processo di internalizzazione dei Servizi di pulizia nelle scuole italiane attualmente in corso.

“Ad oggi, purtroppo, possiamo constatare che quanto da noi affermato in questi anni è vero, e che le “bugie”, alcune molto gravi, sono state dette da altri: non c’è nessuna stabilizzazione in corso, ma una scelta politica che comporta riduzione del personale, minori investimenti e servizi peggiori per le scuole, per gli studenti e le loro famiglie”.

Aggiunge l’associazione di imprese di Confindustria: “Ribadiamo la nostra contrarietà all’internalizzazione dei servizi di pulizia in ambito scolastico, scelta che ormai si è rivelata esclusivamente politica, fortemente ideologica, di natura elettorale e sicuramente non di merito. Restiamo in attesa dell’esito ufficiale del bando – scrive ANIP-Confindustria – realizzato con troppa fretta, senza ascoltare le imprese, e con l’unica certezza che per molto tempo rimarranno senza lavoro migliaia di addetti alle pulizie, che i plessi scolastici non saranno adeguatamente puliti, e che a pagare i costi di questa operazione saranno le imprese, e tutti quei lavoratori ingannati dalla promessa di un posto statale che invece non vedranno mai o che, nella migliore delle ipotesi, ricopriranno con stipendi bassissimi. Sconcerta che si continui a parlare di stabilizzazione quando gli oltre 16mila operatori delle imprese di pulizia erano già assunti a tempo indeterminato e con tutte le garanzie contrattuali previste, solo per far passare il principio che le imprese di pulizia sarebbero sinonimo di precariato o, peggio ancora, di illegalità. Il sistema degli appalti va certamente migliorato, ma non si deve e non si può parlare di stabilizzazione!

Questa procedura, che costerà alle imprese chiamate a pagare per dei licenziamenti voluti dallo Stato, milioni di euro per la tassa di licenziamento (Naspi), dovrebbe essere seriamente e totalmente ripensata da parte di coloro che l’hanno voluta, soprattutto se si considera la platea di migliaia di disoccupati generata ‘per decreto’. Molti lavoratori, nel momento in cui stanno per essere definite le tanto attese graduatorie per il concorso, stanno finalmente comprendendo la presa in giro perpetrata ai loro danni, mentre le imprese registrano, in prospettiva, enormi danni economici, a causa di una scelta politica insensata”.

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