Concorso docenti, Nuccio Ordine: un concorso ogni anno per avere professori selezionati e una buona scuola

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“La riforma della scuola è avere buoni professori”, così titola la propria riflessione di inizio anno Nuccio Ordine sul Corriere della Sera.

Semplificando un po’, l’idea portata avanti è quella di ridare centralità al rapporto docente – alunno, e per questo serve un sistema di reclutamento che possa garantire un percorso chiaro e sicuro: ogni anno, a prescindere dal colore dei governi, un concorso nazionale (come si fa in molti Paesi). E non “l’alea dei concorsoni decennali e dei percorsi improvvisati che hanno prodotto infinite tipologie di precari: una matassa talmente ingarbugliata che nessun miracoloso algoritmo arriverà a sbrogliare”

La scuola, a quanto pare, non ha bisogno dell’alternanza scuola lavoro, degli investimenti sul digitale.

La Buona Scuola la fanno solo e soltanto i buoni professori. Da qui l’idea del concorso ogni anno.

In realtà – dimentica il giornalista – la situazione è più complessa di quanto la si voglia fare apparire.

Gestire un concorso è operazione complessa e delicata. Gli ultimi due si sono svolti a poca distanza l’uno dall’altro, 2012 e 2016, ma per smaltire le graduatorie del primo sono serviti provvedimenti eccezionali e sul secondo grava ancora l’incertezza sul possibile reclutamento anche degli idonei.

Per non parlare di coloro che il concorso non lo hanno superato (o non lo hanno svolto) ma partecipano ogni anno alla scuola – e spesso sono anche quei bravi insegnanti che fanno la buona scuola – e sono in possesso di un’abilitazione, ossia nel circuito lavorativo della scuola.

E ancora, il discorso dei 3 anni di servizio, che ha portato alla ormai storica sentenza sul precariato, da cui è partita l’assunzione volta allo svuotamento delle graduatorie ad esaurimento.

In questo senso, ma di questo non vi è alcun accenno nell’articolo, che così impostato diventa anacronistico, si sta muovendo la nuova riforma sul reclutamento degli insegnanti, varata con il Decreto Legislativo n.57 del 13 aprile 2017, che prevede una fase transitoria per ruolo ad abilitati e non abilitati con 3 anni di servizio. E poi, appunto il concorso per non abilitati, che sarà bandito nel 2018.

Riforma giusta? Sbagliata? Non sappiamo ancora, ma certamente non è il semplice “facciamo il concorso”, ma cerca di fornire una risposta in relazione al percorso professionale delle migliaia di aspiranti docenti di ruolo.

La riforma della scuola è avere buoni professori

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