Anno sabbatico per gli insegnanti che vogliono conseguire una seconda laurea. Lettera

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Mario Bocola – Sarebbe auspicabile che si ponesse attenzione a quegli insegnanti che stanno per conseguire un ulteriore titolo di studio (altra laurea) oltre a quella di cui sono già in possesso.

Attualmente il legislatore ha previsto in sede contrattuale vigente che è concesso a domanda un anno di “aspettativa per motivi di studio” che non è retribuita dallo Stato.

Se un docente decidesse di intraprendere un nuovo percorso di studi, oltre alle “canoniche” 150 ore per il diritto allo studio non avrebbe la possibilità di usufruire di un ulteriore vantaggio per concludere il suo percorso di studi, se non quello di un’aspettativa senza retribuzione. Ammettiamo il caso che il lavoratore-studente sia un padre di famiglia con prole come si azzarderebbe ad intraprendere un nuovo percorso di studi per migliorare la sua posizione professionale?

La legge attualmente prevede solo il congedo retribuito per motivi di studio per i dottorati di ricerca, mentre per coloro che desiderano intraprendere un percorso di studi per il conseguimento almeno un’altra laurea, oltre a quella di cui sono in possesso, non esistono benefici, se non quelli previsti dalle 150 ore.

Difficilmente un lavoratore studente, iscritto ad una Magistrale di due anni, avrà la possibilità di terminare in tempo gli ultimi esami e la tesi perché il tempo di studio è risicatissimo, in considerazione dei numerosi impegni pomeridiani degli organi collegiali, della formazione e della preparazione della lezione e correzione degli elaborati. Ci viene in mente una proposta che in sede di trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro del personale della scuola, se ne tenesse in debito conto.

Concedere a domanda un anno sabbatico retribuito a quei lavoratori studenti (in questo caso docenti a tempo indeterminato) che stanno per terminare gli esami e la tesi di laurea. La proposta ragionevole è quella di concedere tale possibilità ai docenti che hanno solo TRE ESAMI da superare più la TESI di laurea.

In questo modo si darebbe la possibilità a molti giovani laureati inseriti nelle graduatorie di poter iniziare a fare esperienza lavorativa, in modo da dare una boccata di ossigeno al grave problema della disoccupazione giovanile.

Speriamo che i nostri governanti e i sindacalisti che siederanno al tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto del personale della scuola tengano conto di una buona proposta che migliora certamente la qualità dell’insegnamento.

Un docente che rientra a scuola con un altro titolo di studio in tasca rappresenta sicuramente una importante risorsa per l’istituzione scolastica in cui presta servizio perché avrebbe l’opportunità concreta di calare nella realtà scolastica e nella didattica ulteriori elementi formativi che ha appreso durante il corso di studi che ha frequentato.

Si ritiene doveroso precisare che le 150 ore non sono sufficienti a coprire l’intero percorso formativo del docente-lavoratore-studente che abbisogna di altro tempo per terminare il suo ciclo di studi che ha intrapreso e che è doveroso che lo porti a termine.

Lo Stato deve comprendere che occorre incentivare queste persone laboriose che, soprattutto in età adulta e con figli a carico, si spendano per arricchire il loro bagaglio di conoscenze da calare nella didattica.

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