Anief: si va verso un anno da incubo con i presidi a caccia di docenti

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Comunicato Anief – Le novità introdotte nella Legge di Bilancio 2019 comporteranno a settembre un ulteriore incremento del numero di docenti:

in base a quanto riferisce Orizzonte Scuola, si tratta di 2.000 posti in più per il tempo pieno, voluti dal governo come inizio di un’inversione di tendenza; 1.169 per l’introduzione della riforma nel II anno dei nuovi Istituti Professionali, che ha portato una maggiorazione delle attività scolastiche laboratoriali; 400 posti di Strumento musicale, a seguito dei nuovi quadri orari con all’interno la reintroduzione dell’ora di strumento cancellata inopinatamente dal Miur.

I DATI UFFICIALI MIUR

Il Ministero dell’Istruzione, con l’occasione, ha anche reso pubblici i posti in organico di diritto su disciplina comune, pari a 620.836 cattedre; a questi, si aggiungono 15.232 posti in organico di fattoRimangono poi confermati i 48.812 posti di potenziamento a completamento dell’organico dell’autonomia, più i 100.080 posti di sostegno in organico di diritto. Nel computo, Anief ricorda che vanno inseriti circa altri 50.000 posti di sostegno cosiddetti in deroga, ovvero collocati su cattedre di didattica speciale comunque vacanti e disponibili ma per motivi di risparmio assegnate solo fino al 30 giugno dell’anno successivo.

“È ancora presto – scrive la stampa specializzata – per sapere a quali province saranno destinati questi posti. Miur e segreterie scolastiche sono al lavoro per la definizione degli organici di diritto, a mano a mano che pervengono i dati sui pensionamenti”. Si prevede “un lavoro complesso, che molto probabilmente lascerà fuori i numeri di Quota 100”.

I PRECARI

Di certo, comunque, ad oggi si può dire che a settembre il fabbisogno di personale docente precario sarà altissimo. Molto più alto del passato, quando vi sono stati già tanti problemi per reperire insegnanti non di ruolo per coprire oltre 150 mila posti. Il numero, per una serie di motivi legati a delle scelte sbagliate del Miur e alla mancanza di volontà da parte dell’amministrazione di riaprire le GaE, è destinato a crescere. Basti pensare che i pensionamenti – tra quelli “naturali” previsti dalla riforma Fornero e i 14 mila di quota 100 – dovrebbero sfiorare le 35 mila unità.

È innegabile che aumenterà, quindi, la necessità di fare turnover. Il quale però si potrà attuare solo in minima parte. Perché decine di migliaia di abilitati giacciono nelle graduatorie d’istituto, altri 50 mila maestre con diploma magistrale, di cui 7 mila già immesse in ruolo con riserva, stanno per farvi accesso, a seguito della recente sentenza dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, in attesa della discussione del suo annullamento in Cassazione prevista la prossima settimana.

A rimanere “inchiodati” nelle graduatorie dei singoli istituti ci sono poi ancora tantissime altre tipologie di docenti precari abilitati, come i laureati in Scienze della formazione primaria, abilitati con Pas, Tfa, Ssis, Afam, Cobaslid e tutti gli altri tramite precedenti concorsi, quindi anche della scuola secondaria. Nel novero degli esclusi dalle supplenze annuali tramite graduatorie provinciali, come dalla stabilizzazione, figurano pure i supplenti titolati con già 36 mesi di servizio svolto, che pur senza abilitazione, secondo le direttive europee sul contrasto dell’abuso di precariato, dovrebbero essere immessi in ruolo con modalità automatica.

IL COMMENTO DI MARCELLO PACIFICO

“Nelle ultime settimane – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il Miur ha ricevuto una serie di segnali che portano tutti verso la stessa direzione: le 150 mila supplenze di lunga durata, di cui oltre la metà su posti a tutti gli effetti liberi, sono in ulteriore importante aumento. Ma siccome non potranno essere coperte con immissioni in ruolo e con supplenze annuali, perché le GaE non sono state riaperte e il doppio canale di reclutamento non si attiva, mentre i concorsi procedono a rilento, ci stiamo avvicinando ad un nuovo anno scolastico all’insegna dei vuoti di riempire. Con i dirigenti scolastici che anziché essere supportati, saranno in affanno più che mai, per colpa delle pessime scelte adottate dalla loro amministrazione centrale”. 

“Come se non bastasse – conclude il presidente Anief – la lista si compone anche degli insegnanti abilitati e già arruolati da tempo, costretti a ripiegare su pochi istituti, magari concentrati proprio su quelle scuole dove non vi sono purtroppo disponibilità di posti vacanti. Ecco perché, di fronte a tanta disorganizzazione, invitiamo tutto il personale a rimanere in stato di agitazione”.

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