Anief al Miur: percorso abilitante con tirocinio sui posti vacanti e assunzione certa

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Comunicato – Anief, ricevuto dal Vice Capo di Gabinetto del Miur, ha proposto delle modifiche per apportare migliorie nel mondo della scuola. Nella memoria presentata anche modifiche per la formazione iniziale.

Il ruolo degli insegnanti è determinante per la qualità dell’istruzione ed è indubbio che la loro formazione completa contribuisce a una migliore qualità dell’istruzione. I percorsi di formazione iniziale nella scuola secondaria sono stati istituiti con lo scopo di rispondere all’esigenza di rendere gli insegnanti competenti nei vari campi disciplinari attraverso percorsi che formino i docenti come professionisti dell’educazione. Negli ultimi anni si è assistito all’avvicendamento di SSIS, TFA, FIT. La nascita dei corsi biennali abilitanti SSIS ha rappresentato una novità in Italia: per la prima volta si riconosceva che per diventare professori la laurea disciplinare, ovviamente necessaria, va integrata con una preparazione specifica, che comprende una didattica disciplinare, una didattica generale e un periodo di tirocinio.

La lunghezza del percorso era compensata dalla certezza di essere inseriti nelle graduatorie permanenti poi divenute ad esaurimento. Alle SSIS sono seguiti i percorsi TFA: corsi universitari di formazione e abilitazione alla professione di docente di durata annuale che univano al tirocinio a scuola l’acquisizione di specifiche competenze disciplinari.

Dopo la soppressione dei TFA l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie si sarebbe dovuta conseguire attraverso il percorso triennale detto FIT; tale percorso rimase in realtà sulla carta: il FIT è stato svolto esclusivamente nell’a.s. 2018-2019 da parte dei vincitori di un concorso riservato a docenti già abilitati e ammessi direttamente al terzo anno, svolgendo nella pratica in tale anno scolastico il periodo di supplenza avente valore di anno di prova. Con la Legge di Bilancio 2019 (L. 145 del 30 dicembre 2018) il FIT è stato abolito. Attualmente la possibilità di conseguire un’abilitazione è legata al superamento di una procedura concorsuale, poiché non sono stati più attivati percorsi di formazione iniziale.

L’assenza di procedure abilitanti attivate con regolarità non solo impoverisce il bagaglio formativo dei docenti, ma soprattutto ne ritarda l’accesso alla carriera e alimenta il numero di supplenti. La vera emergenza del mondo della scuola, il precariato, nei primi mesi dell’a.s. 2019/20, ha portato al record di 200mila supplenti e attende una risposta anche dalla riattivazione dei percorsi di formazione iniziale che vanno semplificati e collegati all’accesso al ruolo. Particolarmente critica è la situazione sui posti di sostegno: per l’anno scolastico 2019/20 sono stati almeno 65mila i supplenti su posti in deroga privi del titolo di specializzazione.

Alla questione del precariato si aggiunge quella anagrafica sottolineata anche dal Rapporto Ocse “Education at a Glance 2019” riguardo all’età media dei docenti che dichiara che i più “anziani” si trovano in Italia: la media dell’età è di 50 anni.

Questi dati evidenziano in modo lampante la necessità di migliorare e snellire le procedure di accesso al mondo della scuola e di avviare nuovi percorsi di formazione iniziale per contenere il numero di supplenti, facilitare l’accesso alla carriera scolastica e invertire le graduatorie internazionali sull’anzianità dei docenti.

Per garantire la selezione, la qualità e l’assorbimento del personale precario già esistente non sono sufficienti i concorsi ordinari, ma occorre un nuovo intervento legislativo.

Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato, afferma che “al fine di abbreviare i tempi di accesso alla carriera di docente, Anief propone l’attivazione di un percorso abilitante regolare che garantisca almeno 10 mila posti annuali, come per i precedenti percorsi abilitanti.

Il tirocinio potrà svolgersi su posti vacanti e disponibili su cui venire immessi in ruolo a termine dell’anno di prova e superato un esame finale.

Questa proposta contribuisce sia al contrasto al precariato che alla semplificazione dell’accesso alla carriera del docente con conseguente riduzione dell’età media degli insegnanti. L’occasione per introdurre il nuovo modello proposto è quella di agire nella prossima delega inserita nella legge di Bilancio”.

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