ANIEF. Il Governo tiene il Parlamento sotto ricatto: se non passa il ddl saltano 100mila assunzioni

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Lo ha detto, smentendo l’ipotesi di stralcio del piano di immissioni in ruolo dalla riforma, l’on. Simona Malpezzi (Pd): il piano delle assunzioni è parte integrante del disegno di legge e va di pari passo con l'attuazione di quello dell'autonomia, senza la quale il piano si limiterebbe alla copertura del turn over. Per intenderci, solo 40mila assunzioni.

Lo ha detto, smentendo l’ipotesi di stralcio del piano di immissioni in ruolo dalla riforma, l’on. Simona Malpezzi (Pd): il piano delle assunzioni è parte integrante del disegno di legge e va di pari passo con l'attuazione di quello dell'autonomia, senza la quale il piano si limiterebbe alla copertura del turn over. Per intenderci, solo 40mila assunzioni.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): se si fa un decreto legge, senza fare un censimento, l’Esecutivo si assume tutta la responsabilità di tradire i precari della scuola. Le indiscrezioni della stampa di oggi, poi smentite, non possono mettere sotto ricatto il Parlamento e inibire il dibattito parlamentare. Anche perché l’autorizzazione per 150mila immissioni in ruolo già esiste ed è contenuta nella Legge di Stabilità. Il ministro Giannini dovrebbe sapere che la Scuola appartiene a 60 milioni di italiani e non alla maggioranza parlamentare di turno. Che si avvia ad approvare una riforma epocale a colpi di fiducia.

Il Governo non torna indietro: le 100mila assunzioni arriveranno da settembre solo se il disegno di legge sulla riforma della scuola verrà approvato. Altrimenti si procederà a poco più della metà delle immissioni previste. A smentire le notizie odierne di stralcio del piano straordinario di assunzioni dal ddl ‘La Buona Scuola’, riportate da La Repubblica, è stata Simona Malpezzi, deputata del Partito Democratico e componente in Commissione Cultura alla Camera: "il piano delle assunzioni – riporta la rivista ‘Orizzonte Scuola’ – è parte integrante del disegno di legge e va di pari passo con l'attuazione di quello dell'autonomia, senza la quale il piano si limiterebbe alla copertura del turn over. Per intenderci, 40mila assunzioni in meno. Per questo, non ci sarà alcun stralcio".

Anief, che denuncia da tempo questo scenario, non ci sta: secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “se si fa un decreto legge, senza fare un censimento, il Governo si assume tutta la responsabilità di tradire i precari della scuola. Le indiscrezioni della stampa, poi smentite, non possono mettere sotto ricatto il Parlamento e inibire il dibattito parlamentare. Se si presentano più di 2mila emendamenti, di cui 90 solo dell’Anief, significa che il testo va ritirato e riscritto”

Anief coglie l’occasione per ribadire che il numero di posti liberi è molto più alto di quanto indicato dal Governo: ve ne sono soltanto 40mila per il sostegno agli alunni disabili, considerati al 30 giugno ma in realtà e a tutti gli effetti da collocare su organico di diritto, quindi utili per le immissioni in ruolo. E lo stesso vale per un numero quasi analogo relativo ai posti riguardanti le discipline: se al Miur ne risultano libere appena 7mila, Anief ribatte che la percentuale oscilla tra il 60 e il 70% dei contratti sottoscritti sempre fino al 30 giugno dell’anno successivo. La realtà è che su 85mila cattedre conferite sino al 30 giugno, ben 50-60mila mila risultano sono su posto vacante. Se a queste cattedre libere, aggiungiamo altri 30mila posti liberi del personale Ata, l’anno prossimo avremo almeno ancora 100mila supplenze annuali o fino al termine delle lezioni.

Pertanto, secondo il rappresentante Anief-Confedir “serve, certamente, un provvedimento d'urgenza, ma anche che il Governo prenda atto della vacanza di ulteriori 70mila posti e assuma 100mila precari in organico di diritto. Più, ovviamente, altri 50mila precari da inserire nell’organico funzionale con le vecchie regole”.

“Anche perché – ricorda Pacifico – l’autorizzazione per 150mila immissioni in ruolo già esiste ed è contenuta nella Legge di Stabilità approvata il 23 dicembre 2014 e da attuare nel 2015: tutto il resto, rappresenta solo tanto fumo e confusione. Che è poi, purtroppo, la fotografia di come troppo spesso si governa il Paese. Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, dovrebbe sapere, da donna di alta formazione, che la Scuola appartiene a 60 milioni di italiani e non alla maggioranza parlamentare di turno. Che si avvia ad approvare una riforma epocale a colpi di fiducia”.

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