Anief: domani sciopero generale contro precariato, regionalizzazione e aumenti-miseria

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Comunicato Anief – Domani, venerdì 8 marzo, la scuola si ferma ancora: lo farà contro la mancanza di risposte efficaci all’emergenza precariato, per dire “no” alla regionalizzazione, per chiedere un salario adeguato a tutto il personale che vi opera.

La protesta servirà anche a chiedere una soluzione politica per non lasciare per strada 50 mila maestri precari con diploma magistrale a seguito della sentenza dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, in attesa della discussione del suo annullamento in Cassazione prevista la prossima settimana.

Il sindacato Anief invita tutti i precari, pure della secondaria, anche con 36 mesi di servizio senza abilitazione, laureati in Scienze della formazione primaria, abilitati con Pas, Tfa, Ssis, Afam, Cobaslid e tutti gli altri tramite precedenti concorsi, a scioperare: in questo modo, tutta l’Italia saprà che senza le maestre con diploma magistrale, le scuole dell’infanzia e primaria chiuderanno, senza bisogno di aspettare il prossimo 1° settembre. E lo stesso vale per la secondaria, dove decine di migliaia di insegnanti precari abilitati continuano a rimanere fuori dalle GaE. Ma lo scioperò servirà anche a ribadire il ‘no’ del popolo della scuola alla regionalizzazione incostituzionale dell’istruzione pubblica, sul modello di Trento, e a degli aumenti-miseria che continuano a mantenere l’inflazione ben al di sopra degli stipendi di chi lavora a scuola, alla pari di infermieri e di impiegati.

“In entrambi i casi, rimanendo immutata l’organizzazione del reclutamento, dopo l’estate si produrranno effetti devastanti – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –, perché si potranno anche autorizzare 100 mila immissioni in ruolo ma a realizzarsi poi saranno al massimo un quarto. Si ripeterà, in pratica, quanto accaduto lo scorso anno, quando quasi 33 mila cattedre su 57 mila andarono perse. E il problema diventerà gigantesco quando, a seguito dell’uscita dalle GaE di 42 mila diplomati magistrale, su 67.312 insegnanti totali, per via delle sentenze di merito conseguenti al ripensamento del Consiglio di Stato, gli istituti di scuola primaria si ritroveranno in ginocchio”.

“Il concorso straordinario – continua Pacifico – una volta concluso servirà a coprire solo un posto vacante su cinque. E le altre procedure concorsuali viaggiano a rilento. Tutte le altre cattedre libere andranno così a supplenza: solo che stavolta per farlo si potranno utilizzare quasi esclusivamente le graduatorie delle graduatorie d’istituto. Ma poiché le domande possono essere presentate, in questo caso, in non oltre dieci-quindici istituti, ci ritroveremo con delle scuole dove vi saranno tante richieste ed altre poche o nessuna. Costringendo i dirigenti scolastici, in questi ultimi casi, a coprire i posti vacanti con docenti precari non abilitati”.

“Una circostanza, quella di ricorrere alla seconda fascia delle graduatorie d’Istituto, che porterà in cattedra tantissimi supplenti senza esperienza, mentre gli abilitati precari storici rimarranno a casa. A quel punto il più grande licenziamento di massa del Miur sarà compiuto. Noi, però, a questo gioco non ci stiamo. Ecco perché confidiamo nell’udienza della Cassazione prevista per il prossimo 12 marzo e risposta al nostro reclamo collettivo presentato che il Consiglio d’Europa darà tra non molto proprio per far assumere in ruolo tutti i docenti con 36 mesi di servizio anche senza abilitazione all’insegnamento. Ed ecco perché domani – conclude il sindacalista Anief – tanti docenti si fermeranno”.

#8marzoiostoconlamaestra

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