ANIEF. Degli oltre 100mila docenti esclusi dalle assunzioni non si parla più: invisibili e dimenticati

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È questa l’ingrata condizione di una fetta dei 140mila supplenti con un contratto di supplenza annuale, come i maestri d’infanzia, e di circa 100mila abilitati dopo il 2011. 

È questa l’ingrata condizione di una fetta dei 140mila supplenti con un contratto di supplenza annuale, come i maestri d’infanzia, e di circa 100mila abilitati dopo il 2011. 

Continuano non solo a non avere prospettive di assunzione, ma anche di essere messi alla porta. Perché nel ddl di riforma si parla di “perdita di efficacia di tutte le graduatorie di merito e ad esaurimento” riguardanti “i gradi di istruzione della scuola primaria e secondaria, ai fini dell’assunzione con contratti di qualsiasi tipo e durata”.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il governo non vuole esaurire le GaE, ma eliminarle. Con migliaia di docenti plurilaureati e pluriabilitati, che dopo aver mandato avanti egregiamente la scuola statale per un decennio, pur se privati di molti dei loro diritti, vengono ora messi incredibilmente alla porta. Ma le GaE non possono essere chiuse: sarebbe un atto dalle conseguenze gravissime. Se il testo di riforma non cambia, siamo pronti a ricorrere in tutte le sedi.

Invisibili e dimenticati. È questa l’ingrata condizione di una bella fetta dei 120mila supplenti con un contratto di supplenza annuale, come i maestri d’infanzia, e di circa 100mila abilitati dopo il 2011, che continuano a non avere prospettive di assunzione: la larga maggioranza di loro ha già svolto i 36 mesi di servizio su posto vacante, come indicato dalla curia di Lussemburgo a fine novembre, utili per essere assunti a tempo indeterminato. In Commissione cultura, impegnata in questi giorni nell’esame degli emendamenti da annettere al disegno di legge 2994, la discussione sul punto che li riguarda ancora non è stata ancora affrontata e potrebbe essere rimandata.

Fra i vari problemi da risolvere del mondo della scuola, di quello dei docenti delle GAE si parla sempre meno: dai partiti di maggioranza, infatti, continuano ad essere quasi ignorati. Eppure nel piano di assunzione straordinario del governo ci sono due passaggi, il comma 5 ed il 10 dell'articolo 8, che andrebbero a creare nuovo precariato, invece di eliminarlo. Il nostro sindacato lo ha detto a chiare lettere al Parlamento italiano, nel corso dell’audizione tenuta davanti alle commissioni congiunte Cultura e Istruzione, lo ha denunciato all’opinione pubblica lo scorso 24 aprile, durante lo sciopero proclamato da Anief, Unicobas e Usb; come lo ha ribadito ieri alla Commissione europea attraverso una denuncia circostanziata sulle ingiustizie che porterebbe la riforma della scuola così come è stata progettata dal governo italiano.

Anche se il governo ha promesso 100mila assunzioni, di cui oltre la metà su cattedra ed i restanti nell’ambito dell’organico funzionale, se non si modifica il testo del ddl di riforma, una parte non indifferente di questi posti potrebbe addirittura saltare: in particolare, secondo il comma 5 dell'articolo 8 "in caso di indisponibilità di posti per gli albi territoriali indicati, non si procede all’assunzione". In base al c. 10, inoltre, "il comma prevede la perdita di efficacia di tutte le graduatorie di merito e ad esaurimento di cui al comma 2, lettere a) e b), per i gradi di istruzione della scuola primaria e secondaria, ai fini dell’assunzione con contratti di qualsiasi tipo e durata".

In buona sostanza, quindi, molti docenti delle GaE non risulteranno utili per l'assunzione: si tratta dei cosiddetti residuali, più i 23mila docenti della scuola dell’Infanzia, impegnate nella delicata fase di crescita che va da 3 a 6 anni. I quali non solo non avranno un incarico a tempo indeterminato come invece era stato inizialmente promesso dal governo, ma perderanno tutti i diritti acquisiti sino ad oggi. E, come ‘chicca’ finale, saranno anche eliminati dalle Graduatorie ad esaurimento, perché a breve, forse già il primo settembre prossimo, perderanno la loro efficacia ai fini dell'assunzione.

Dai calcoli dell’Ufficio Studi Anief risulta che sono oltre 120mila i docenti precari che lavorano attualmente nelle nostre scuole, per lo più con un contratto fino al 30 giugno 2015, in due casi su tre su un posto in realtà però vacante: più della metà di essi, è chiamato dalle graduatorie d’istituto ma non può inserirsi nella fascia aggiuntiva delle graduatorie ad esaurimento creata nel 2012, utile per le annunciate immissioni in ruolo del Governo. Molti si sono abilitati con TFA e SFP a numero chiuso, su una previsione di posti vacanti nel triennio o quinquennio successivo, con il PAS in virtù dell’esperienza maturata con 36 mesi di servizio, hanno il diploma magistrale abilitante o l’abilitazione conseguita all’estero, e tuttavia sono fuori dal piano di assunzioni deciso dal Miur, peraltro ancora confuso sugli organici, in assenza di un serio censimento che individui i destinatari dei contratti a tempo determinato su posto vacante assegnati dal 1999.

“La verità – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – è che il governo non vuole esaurire le GaE, ma eliminarle. Con migliaia di docenti plurilaureati e pluriabilitati, che dopo aver mandato avanti egregiamente la scuola statale per un decennio, pur se privati di molti dei loro diritti, vengono ora messi incredibilmente alla porta. Allo stesso tempo, non vuole dare modo a tutti i nuovi abilitati di entrarvi. Ma le GaE non possono essere chiuse: sarebbe un atto dalle conseguenze gravissime. Contro cui Anief è pronto a ricorrere – conclude il sindacalista Anief-Confedir – in tutte le sedi”.
 

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