Anief: impedire aggiornamento GaE prolungherà supplentite

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Comunicato Anief – Un emendamento dei relatori al decreto Semplificazioni, invece di riaprire le GaE agli insegnanti abilitati esclusi dalla Buona Scuola e dai concorsi riservati o permettere l’aggiornamento delle stesse graduatorie provinciali, in modo da consentire il cambio di provincia e l’assunzione di quelli già inseriti, prevede un’ulteriore proroga, ipotecando di nuovo migliaia di cattedre deserte per le convocazioni delle immissioni in ruolo del prossimo anno scolastico.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Altro che semplificazione, così si complica e in maniera irreversibile il cancro del precariato nella scuola per l’incapacità della politica di adottare le soluzioni adeguate. Perché non bisogna dimenticare che i docenti abilitati su disciplina e specializzati per il sostegno ci sono, ma rimangono ‘congelati’ nelle graduatorie d’istituto.

Il maxiemendamento dei relatori al decreto semplificazioni si occupa anche di Graduatorie ad esaurimento e di istituto, in particolare del loro slittamento di un anno, dopo che già il governo precedente ne aveva prorogato i termini di 12 mesi. “L’ultimo aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento – ricorda oggi Orizzonte Scuola – risale al 2014. Inizialmente previsto per il triennio 2014/17, è stato infatti prorogato di un anno nella Legge 25 febbraio 2016 n. 21″.

“La proroga – spiega l’articolo – consentirebbe il riallineamento degli aggiornamenti delle graduatorie, operando nello stesso anno sia quello delle graduatorie ad esaurimento, sia quello delle graduatorie di istituto, dalla prima alla terza fascia. L’aggiornamento avverrebbe dunque nel 2019/20, valido per il triennio successivo.
La relazione tecnica parla di un notevole risparmio di spesa per le segreterie scolastiche e gli uffici Scolastici, ma non è difficile scorgere dietro questa scelta anche il tentativo di “cristallizzare” una situazione molto delicata”.

“Alludiamo – continua la rivista – in particolare alle graduatorie ad esaurimento di infanzia e primaria, nelle quali i docenti inseriti con riserva attendono l’esito dell’Adunanza Plenaria del 20 febbraio e dell’udienza della Corte di Cassazione del 12 marzo. L’eventuale aggiornamento del 2019, con la possibilità di cambiare provincia per i docenti già inseriti nelle graduatorie, potrebbe infatti mettere a dura prova il bando del concorso ordinario per infanzia e primaria che dovrebbe essere emanato a breve. L’intenzione del Ministero è invece quello di puntare ad un bando con numeri realistici, in modo da assicurare la cattedra ai vincitori di concorso nell’arco di durata della graduatoria”.

Anief ritiene queste spiegazioni del tutto inopportune ai fini della funzionalità scolastica da garantire ai nostri alunni. “L’organizzazione amministrativa e la gestione del personale devono infatti avere come unico scopo quello di migliorare l’offerta formativa e non piegare le esigenze di questa a quelle di cassa del Ministero dell’Istruzione. L’emendamento dei relatori al decreto Semplificazioni invece di puntare alla riapertura delle GaE a tutti gli insegnanti abilitati oppure di permettere l’aggiornamento delle stesse graduatorie provinciali, già ritardato di un anno, fa l’esatto contrario, facendo venire i vantaggi che sarebbero derivati dalla decisione corretta: il cambio di provincia dei candidati, sulla base dei posti vacanti e disponibili, oltre che l’assunzione di quelli già inseriti.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ricorda che la scorsa estate ben oltre la metà delle cattedre destinate alle immissioni in ruolo, quasi 33 mila su 57 mila autorizzate, sono andate deserte proprio per via della mancanza di aspiranti docenti abilitati. Con il caso più clamoroso che ha riguardato il sostegno, per il quale sono state accordate circa 1.600 assunzioni a tempo indeterminato, a fronte di circa 13 mila previste dal Miur su via libera del Mef. Con l’aggravante che i docenti abilitati su disciplina e specializzati per il sostegno ci sono, ma rimangono ‘congelati’ nelle graduatorie d’istituto”.

“Per non parlare – continua Pacifico – del ‘giochino’ dei tanti posti liberi che continuano ad andare in deroga, smascherato prima dai legali dell’Anief e poi dai giudici, visto che pochi giorni fa il Tar Lazio ha condannato l’Ufficio scolastico regionale della Sicilia per avere adottato un meccanismo con il quale quest’ultimo ha determinato i posti per gli alunni disabili relativi agli anni scolastici 2017/18 e 2018/19, annullando tutti gli atti amministrativi collegati alla determinazione degli organici di sostegno. La verità è che il governo non vuole alcuna semplificazione, se non complicare in maniera irreversibile il cancro del precariato nella scuola. Mostrando, per l’ennesima volta, tutta l’incapacità della politica di adottare le soluzioni adeguate per vincere la supplentite”.

Nel frattempo, prosegue la battaglia dell’Anief per l’applicazione anche in Italia della Direttiva 1999/70/CE, creata da Bruxelles proprio per contrastare l’abuso di precariato nei Paesi membri. Nelle passate settimane, pure l’avvocato generale Szpunar della Curia europea si era detto d’accordo con le tesi della Commissione UE e del docente ricorrente Rossato, il quale, una volta assunto in ruolo, chiedeva giustamente il risarcimento per la reiterazione ingiustificata dei contratti a termine. Il tutto, in attesa degli esiti della sentenza C-331/17 Sciotto, della Corte di Giustizia Europea del 25 ottobre scorso, la quale andrà a verificare la liceità della conversione automatica dei contratti da tempo determinato in indeterminato se il rapporto di lavoro perdura oltre 36 mesi anche non continuativi su posto vacante e disponibile.

Il giovane sindacato, alla luce di tutto questo, invita il personale precario interessato a pre-aderire al ricorso gratuito per il personale di ruolo interessato ad ottenere dalle due alle dodici mensilità di risarcimento in caso di pronuncia conforme della Corte di giustizia e di superamento delle sentenze della Corte suprema italiana. Per aderire vai sul portale Anief. Inoltre, Anief continua la battaglia giudiziaria per l’immissione in ruolo per chi ha svolto almeno 36 mesi di supplenze su posto vacante e disponibile, ed è ancora precario: gli interessati possono consultare il portale Anief.

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