Anief: bene abolizione chiamata diretta

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Comunicato ANIEF – Anief, che ha sempre contrastato in tutte le sedi l’introduzione della chiamata diretta e degli ambiti territoriali, plaude all’approvazione del progetto di legge voluto dal Movimento 5 Stelle.

“Per vincere il precariato – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – occorre prima di tutto adottare la massima trasparenza, alla base della quale vanno considerati titoli conseguiti e servizi svolti. È da questi elementi che derivano merito e competenze. Inoltre, la scelta soggettiva di un insegnante non è nemmeno compatibile con il reclutamento previsto per legge nella pubblica amministrazione e nemmeno per la scelta dei docenti precari: la scuola pubblica non è un’azienda, non prevede amministratori delegati né capi del personale. L’incontro tra domanda e offerta, se possiamo così chiamarle, deriva dalla corretta organizzazione delle graduatorie”.

L’Aula del Senato dice sì al disegno di legge che cancella l’istituto della chiamata per competenze dei docenti, la cosiddetta chiamata diretta, introdotta con la Legge 107 del 2015 del Governo Renzi: il provvedimento, a prima firma della capogruppo in commissione istruzione Bianca Laura Granato, ha ottenuto 146 sì, 66 no e 9 astenuti. Il testo ora è atteso alla Camera, dove potrebbe avere il via libera definitivo.

COSA DICE IL PROGETTO DI LEGGE GRANATO

Il ddl approvato è costituito da un solo articolo, motiva la decisione di sopprimere la chiamata diretta degli insegnanti perché considerata eccessivamente discrezionale. Sempre nelle intenzioni del legislatore, la modifica elimina la disfunzionalità e rende più spedita l’inaugurazione dell’anno scolastico. L’assegnazione dei docenti, con la nuova norma, avverrà per singole istituzioni scolastiche, i vincitori di concorso sceglieranno i posti disponibili sulla base della graduatoria regionale. Lo stesso ddl intende infine abolire gli ambiti territoriali utilizzati per immissioni in ruolo e trasferimenti.

IL PARERE DEL PRESIDENTE ANIEF

“Tra l’altro – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si tratta di una procedura che ha fatto riscontrare forti difficoltà di attuazione, con molti dirigenti scolastici che hanno interpretato la norma in modo fortemente diverso da altri. La verità è che i docenti della scuola pubblica non potevano essere selezionati alla stregua dei colloqui delle aziende private. Era una pretesa assurda di chi ha introdotto, contro il volere di tutti, la riforma della Buona Scuola, con le conseguenze fatali per quel Governo targato Pd che infatti poi tutti conosciamo”.

“È anche importante – continua il sindacalista autonomo – che gli insegnanti tornino tutti, indistintamente, ad essere titolari nella loro scuola e non a essere soggetti a contratti triennali nell’ambito territoriale. Si tratta, tuttavia, solo della cancellazione dei una delle nefandezze approvate da quella riforma: attendiamo – conclude Pacifico – che il Governo giallo-verde dia seguito alla promessa di smantellare del tutto la legge 107 del 2015”.

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