Anagrafe docenti, questioni di privacy e nuove FAQ

Di Lalla
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red – Il Garante per la Privacy rispondendo ad una richiesta dell’Osservatorio sulla legalita’ e sui diritti Onlus, afferma che sara’ vigile riguardo all’anagrafe nazionale telematica dei docenti e quella degli studenti di cui il ministro Gelmini ha parlato come una iniziativa di prossima realizzazione.
Intanto al ministero si è svolto un incontro tra i sindacati e il Dirigente della Direzione Sistemi Informativi per discutere dell’affollarsi di monitoraggi e rilevazioni che hanno intasato il lavoro delle segreterie delle scuole nell’ultimo periodo.
Pubblicate nuove FAQ per l’anagrafe professionalità docenti, attenzione all’insegnamento di lingua inglese nella scuola primaria.

red – Il Garante per la Privacy rispondendo ad una richiesta dell’Osservatorio sulla legalita’ e sui diritti Onlus, afferma che sara’ vigile riguardo all’anagrafe nazionale telematica dei docenti e quella degli studenti di cui il ministro Gelmini ha parlato come una iniziativa di prossima realizzazione.
Intanto al ministero si è svolto un incontro tra i sindacati e il Dirigente della Direzione Sistemi Informativi per discutere dell’affollarsi di monitoraggi e rilevazioni che hanno intasato il lavoro delle segreterie delle scuole nell’ultimo periodo.
Pubblicate nuove FAQ per l’anagrafe professionalità docenti, attenzione all’insegnamento di lingua inglese nella scuola primaria.

Intanto bisogna distinguere i due discorsi:

in questi giorni le segreterie hanno richiesto ai docenti a tempo indeterminato la compilazione del foglio relativo all’Anagrafe professionalità docente, per la quale il ministero ha predisposto nuove FAQ. In particolare attenzione alle seguenti domande relative all’insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria:

2. Per l’insegnante di scuola primaria che ha seguito un corso di formazione per insegnare come specialista di lingua straniera nella primaria si deve indicare anche l’abilitazione in lingua straniera?

3. Per gli insegnanti di scuola primaria che hanno superato la prova facoltativa di lingua inglese con il concorso magistrale si deve indicare l’idoneità per l’insegnamento su posto di lingua straniera?

La risposta corretta si trova in questa domanda:

4. Come indicare che un docente, in possesso di idonei titoli, può insegnare la lingua inglese (o altra lingua comunitaria) nella scuola primaria?

"Rilevata la necessità di indicare l’insegnamento della lingua inglese (o altra lingua comunitaria) nella scuola primaria, dal 10 febbraio 2011 – sentita la Direzione Generale del Personale Scuola – è stata aggiunta, tra le “Abilitazioni Possedute”, la nuova voce "Insegnamento lingua comunitaria Scuola Primaria", con relativo codice (EE01)"

La richiesta di questa rilevazione ha messo in allarme alcune organizzazioni sindacali e infatti ieri 16 febbraio si è svolto un incontro al Ministero con il Dirigente della Direzione Sistemi Informativi. La FLC CGIL afferma che si tratta di molestie burocratiche e di inutili appesantimenti. Tale rilievo era stato mosso anche dalla FGU, che aveva avvertito come l´adempimento burocratico della compilazione dei fascicoli non rientrasse in alcun modo nella competenza dei docenti, in quanto i dati richiesti sono già contenuti nei fascicoli personali cartacei che sono redatti e custoditi dalle segreterie delle scuole.

Le organizzazioni sindacali hanno richiesto un tavolo permanente di confronto e un’azione interistituzionale in modo che i dati acquisiti dalle singole rilevazioni facciano parte di una banca dati che deve essere solo aggiornata e non rifatta tutte le volte (vedi fascicolo personale elettronico). Questo semplificherebbe il lavoro delle segreterie e consentirebbe al singolo dipendente di reperire i propri dati ad esempio per la domanda di mobilità o di pensione senza dover tutte le volte reinserire tutto.

Cosa c’entra il garante della privacy in tutto ciò?

Come abbiamo detto nell’articolo Anagrafe docenti: quali saranno le prime classi di concorso ad essere colpite dalla riforma il ministero ha avviato la rilevazione delle professionalità per comprendere come utilizzare al meglio le risorse in esubero a causa dei tagli al personale (classi di concorso 75/A e 76/A e classi di concorso per le arti applicate in primis).

Ma tali dati potrebbero essere utilizzati anche per l’anagrafe telematica dei docenti in base alla quale il curriculum dei docenti, di ruolo o precari, dovrebbe essere consultabile on line sul sito del MIUR per aiutare famiglie e studenti a capire in che scuola stanno per entrare, in modo da valutare le alternative possibili. [vedi Dal 2011 le famiglia sapranno chi è l’insegnante del figlio. Curriculum dei docenti on line]

Al momento non è stato dato seguito a tale iniziativa, e infatti le iscrizioni degli alunni per l’a.s. 2011/12 si sono svolte senza l’ausilio di questi dati, ma giova ricordare che subito dopo la pubblicazione della notizia l’Osservatorio esponeva al Garante Privacy le seguenti ragioni di preoccupazione:

1) dubbio sul fatto che sia lecito inserire on line – e quindi conoscibili a tutti – i dati anagrafici dei cittadini in generale

2) il fatto che alcuni docenti, a part-time o meno, svolgono in modo legale altre attivita’ professionali (che sono autorizzate dal dirigente scolastico, ndr) e la diffusione dei dati potrebbe confliggere con queste ultime

3) con il bullismo dilagante – che produce situazioni a rischio per i docenti, causa allievi sempre piu’ violenti (e a volte genitori violenti, come dimostrano vari casi di cronaca) – puo’ risultare pericoloso pubblicizzare le sedi correnti di lavoro di docenti che potrebbero aver chiesto il trasferimento per sfuggire alle mire di soggetti disturbati; fra l’altro con i fatti di violenza che si verificano in tante scuole, molti docenti saranno sempre piu’ chiamati a testimoniare in tribunale contro gli autori delle sopraffazioni nei confronti di propri allievi, e rendere identificabili le loro nuove sedi lavorative (visto che non e’ ragionevole prevedere un programma di protezione testimoni per simili casi) e’ quantomeno imprudente. Preoccupazione suffragata da tanti articoli di cronaca di questi ultimi anni su abusi ai danni di allievi portatori di handicap e abusi sessuali su minorenni, sull’aumento di bulli e di ragazzi che portano il coltello a scuola, e dall’esperienza dell’Osservatorio, secondo cui nelle scuole piu’ a rischio le minacce, i tagli alle gomme dei docenti, i taglieggiamenti ai danni dei compagni di scuola, i furti e le aggressioni anche serie (che non sempre vengono denunciate dalle famiglie e che comunque non vanno tutte sui giornali per tutelare i minori) sono d’attualita’.

4) e’ rischioso rendere reperibili i docenti da parte di soggetti esterni alla scuola. Alcuni docenti, infatti, come quelli operanti in organizzazioni per la legalita’ o i diritti, svolgono attivita’ di volontariato contro organizzazioni criminali o in attivita’ svolte in attuazione dell’art. 21 della Costituzione in favore di immigrati e donne maltrattate, il che li fa identificare come bersagli da parte di gruppi di fanatici; infatti, mentre ad oggi tali docenti possono tutelare il proprio domicilio chiedendo alle compagnie telefoniche l’omissione del proprio numero telefonico sui data base cartacei e on line nonche’ negando l’autorizzazione alla diffusione dei propri dati in ogni altro caso a norma del TU sulla privacy, una anagrafe come quella descritta renderebbe queste persone facilmente reperibili e in una sede, peraltro, dove non si aspettano aggressioni esterne (aggressioni che metterebbero a rischio anche gli studenti). Si realizzerebbe peraltro una disparita’ fra i docenti che operino nell’associazionismo e tutti gli altri operatori del volontariato i cui dati sono inconoscibili dalla massa dei cittadini.

Tutto cio’ – notava il presidente dell’Osservatorio "a fronte di un vantaggio nullo, se non addirittura di un danno d’immagine per molti, dato che con le attuali regole limitative del numero di allievi per classe e con l’assegnazione ritardata dei docenti sulle classi e’ praticamente soltanto un’utopia l’idea di farsi inserire in una classe per via della bravura di un dato docente, quindi la citata anagrafe non potrebbe avere alcuna utilita’ in tal senso e inoltre il ministero ignora – e non potrebbe quindi inserire nel curriculum – molte delle competenze dei docenti ulteriori rispetto a quelle richieste dalla classe di concorso. Insomma, molti rischi e una ipotetica ‘trasparenza’ inutile, se non per l’immagine ‘riformatrice’ del ministro".

Altrettanto preoccupa l’Osservatorio l’anagrafe degli studenti, sia per la diffusione dei loro dati anagrafici, sia perche’, laddove figli di docenti, magistrati, esponenti delle forze dell’ordine, giornalisti d’inchiesta o personaggi noti o facoltosi, si aggiungerebe il timore dell’estensione ai propri figli – in ragione del legame di parentela – dei rischi peculiari delle diverse professioni citate.

"L’eventuale limitazione (per ora non emersa) che tali data-base possano essere consultati soltanto limitatamente al mondo della scuola, non traquillizza ne’ nel primo ne’ nel secondo caso e per nessuno dei profili esposti, dato che, per raggiungere le finalita’ dichiarate dal ministero, la consultazione dovrebbe essere giocoforza aperta a tutte le famiglie, e quindi a decine di milioni di genitori e ragazzi, cioe’ quasi tutta l’Italia. – concludeva il presidente dell’Osservatorio – Anche il tracciamento con codici dei richiedenti le singole informazioni sarebbe inutile, dato che in questo caso il rischio non sarebbe – come in altre situazioni – quello di una mera fuga di notizie, ma di attivita’ violente, e poter stabilire in seguito chi sia stato l’autore di un gesto violento sarebbe forse un deterrente per alcuni ma una ben magra consolazione per chi sia rimasto – egli o i propri figli – vittima di qualche psicolabile o criminale".

Nella sua risposta l’Ufficio del Garante ha chiarito che un provvedimento del genere non e’ giunto al suo esame e che soltanto qualora presentato in forma organica ed avviato a divenire legge il Garante sarebe chiamato ad esprimere un proprio parere per quanto nelle sue competenze. Dallo scambio di opinioni fra l’Uficio del Garante e il presidente dell’Osservatorio, e’ comunque emerso che non ci sarebbero molti margini per un provvedimento del genere sotto il profilo della protezione dei dati personali. (da www.laprivacy.it)

FAQ aggiornate al 22 febbraio

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