Alunni adottati. Un concorso nazionale per conoscere davvero il tema adozione

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Compito: porta a scuola una tua ecografia, il ciuccio e qualche oggetto a te caro nei primi mesi di vita.
Stupefatta e sbalordita mi accorgo che no, ancora proprio non ci siamo. Per quale straordinario motivo un’insegnante che ha in classe un alunno figlio adottivo dovrebbe proporre un’attività che presuppone una richiesta del genere? Pare assurdo ma succede ancora oggi e in occasioni non così rare.

A due anni dall’uscita delle “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni figli adottivi” capita di constatare con un briciolo di amarezza che molto è ancora il cammino da fare.

L’attuale situazione italiana è, come spesso accade, piuttosto eterogenea: vi sono realtà territoriali che stanno lavorando ampiamente con percorsi di formazione, condivisione di buone prassi e addirittura un arricchimento delle stesse Linee guida con la stesura di protocolli specifici ed altre aree del nostro Paese meno sensibili a questa tematica.

I bambini che arrivano in Italia tramite adozione internazionale sono sempre più grandi ed in media prossimi all’età scolare. Il documento del MIUR era nato proprio per sottolineare il ruolo decisivo che anche l’esperienza scolastica ha nella vita di minori che hanno già affrontato un percorso di vita non facile.

La scuola e la didattica inclusiva non possono rimanere sterili definizioni di circostanza ma si declinano anche nella quotidiana attività didattica che non può certo essere la stessa di dieci, venti, trent’anni fa ma è fortemente chiamata a rinnovarsi nel rispetto di tutti e di ciascuno dei propri alunni.

Chiedere ad un bambino figlio adottivo la sua ecografia significa non considerare quanto questa richiesta entri nell’intimo sollevando riflessioni ed emozioni complesse. Escluderlo dall’attività ritengo sarebbe altrettanto sbagliato. Come professionisti, come docenti, a scuola ci occupiamo davvero di moltissime cose ma il perno centrale di ogni attività programmata credo sia renderla “su misura” per il proprio specifico gruppo classe; ignorarne le caratteristiche renderà l’attività perdente in partenza.

Mi domando: quanto questa insegnante conosceva l’adozione?

Al fine di sensibilizzare i docenti e le nuove generazioni e favorire una migliore cultura dell’adozione l’Associazione Italiaadozioni propone il concorso nazionale GRATUITO “L’adozione fra i banchi di scuola”, giunto alla sua terza edizione.

Gli alunni, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado, sono invitati, sotto la guida dei rispettivi docenti, a produrre un elaborato di classe che rappresenti l’essere famiglia adottiva vista con i loro occhi.

L’iscrizione è possibile tramite il modulo allegato al Bando del concorso scaricabile dal portale Italiaadozioni. Per inviare il proprio elaborato c’è tempo fino al 31 marzo 2017. La Giuria premierà i vincitori con premi per la scuola.

Conosciamo realmente l’adozione?…è giunto il momento di andare oltre i soliti stereotipi! Mettiamoci in gioco!

Francesca Carioni

insegnante di scuola primaria e responsabile scuola per l’Associazione Italiaadozioni

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