Alternanza scuola-lavoro, PSP: eliminare obbligatorietà. Sosterremo manifestazioni studentesche

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comunicato PSP – Dall’avvio della legge 107 e 2015 siamo abituati a sentire di giovani mandati a fare alternanza scuola lavoro presso le feste del PD, mandati a lavare i bagni di qualche locale, mandati a fare fotocopie in qualche ufficio o a lavare i piatti di qualche ristorante, tutto rigorosamente gratis e a detrimento delle altre discipline curricolari, ma stavolta ci siamo resi conto che questi casi costituiscono tutto sommato il meno peggio per un allievo di un liceo oppure di un istituto tecnico.

Teniamo conto che l’alternanza scuola lavoro costituisce per gli studenti di oggi quasi il corrispettivo di un anno di scuola, trattandosi di ben 200 ore nei trienni dei licei e di ben 400 nei trienni degli istituti tecnici.
Ciò che però non dovrebbe mai accadere è che questi ragazzi vengano mandati in situazioni in cui corrono rischi molto pesanti, com’è successo al diciassettenne di La Spezia frequentante la quarta classe, indirizzo meccanici, dell’istituto professionale “Cappellini Sauro” rimasto schiacciato sotto il carrello elevatore che si è capovolto nel piazzale dell’azienda, lasciandogli per fortuna solo una frattura della tibia con una prognosi di 40 giorni.

Tutti noi ricordiamo la nota MIUR 674/2016 con la quale si raccomandava ai docenti accompagnatori nei viaggi d’istruzione finanche la vigilanza sugli autisti dei mezzi impiegati per trasportare i ragazzi, una culpa in vigilando indebitamente trasferita anche su soggetti adulti e responsabili inspiegabilmente attribuita ai docenti.

Oggi, per contro, ci troviamo invece di fronte ad una pratica resa obbligatoria dalla legge che mette i minori in condizioni di pericolo ovvero di fronte ad incombenze di alternanza scuola lavoro che non costituiscono alcun momento veramente formativo per dei precari perenni che dovranno continuamente riconvertirsi nel corso della loro vita lavorativa, che vengono sfruttati nel tempo in cui dovrebbero formarsi a scuola nelle discipline che hanno scelto liberamente di studiare , sotto il pretesto di dover imparare cosa significa il lavoro .

In effetti il messaggio giunge chiaro ai ragazzi: il lavoro in Italia non è una scelta personale ma una scelta imposta dal mercato che comporta anche la possibilità di essere sfruttati con rischi per l’ incolumità personale. Il 13 ottobre gli studenti di tutta Italia hanno messo in programma manifestazioni proprio contro l’alternanza, ma ancora il tema lascia in imbarazzo le istituzioni di fronte ad una pratica che fa riferimento a norme che si contraddicono (la legge 107/2015 contro quella costituzionale sul diritto allo studio e quella internazionale della Dichiarazione dei diritti del fanciullo del 1924 ).

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