Alla scuola serve un “Anno zero”. Parla Gianluca Vacca M5S: soluzione precariato, libri digitali, superiori di 4 anni

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di Eleonora Fortunato – I ‘grillini’ suggeriscono il blocco delle abilitazioni per assorbire il precariato storico. Ma non sembrano troppo convinti: per salvaguardare l’interesse comune meglio, forse, un tavolo di confronto tra le tutte le categorie. A cui i sindacati non saranno ospiti troppo graditi. Sui libri digitali: "ogni docente è in grado di creare e rendere fruibili i suoi materiali didattici". Superiori di 4 anni: "Ci vorrebbe allora una riforma organica dei cicli scolastici"

di Eleonora Fortunato – I ‘grillini’ suggeriscono il blocco delle abilitazioni per assorbire il precariato storico. Ma non sembrano troppo convinti: per salvaguardare l’interesse comune meglio, forse, un tavolo di confronto tra le tutte le categorie. A cui i sindacati non saranno ospiti troppo graditi. Sui libri digitali: "ogni docente è in grado di creare e rendere fruibili i suoi materiali didattici". Superiori di 4 anni: "Ci vorrebbe allora una riforma organica dei cicli scolastici"

Può sembrare magro il bottino degli emendamenti al DL istruzione da parte del Movimento 5 Stelle (a fronte dei circa 180 depositati, ne sono passati infatti soltanto una decina), ma il deputato Gianluca Vacca ci è parso ugualmente soddisfatto e ci ha segnalato tra i più importanti quelli che riguardano: le norme sull’orientamento degli alunni con disabilità certificata; i prodotti bio nelle mense scolastiche; l’estensione del permesso di soggiorno a un anno dopo la fine degli studi per permettere la ricerca di un lavoro (naturalmente con l’iscrizione nelle liste di collocamento); la possibilità di informare gli studenti dell’ultimo anno delle superiori su tutte le opportunità fornite dal diritto allo studio universitario entro febbraio-marzo, anche attraverso modalità telematiche.

Ma in questi giorni non è tanto delle merendine bio che si è parlato, quanto più della proposta, che in poche ore ha fatto il giro di tutti i social network, di chiudere i canali di abilitazione per procedere all’assorbimento del precariato, anche attraverso nuovi concorsi. “Le cose non stanno proprio così – ha sottolineato Vacca – si tratterebbe di una misura temporanea, una soluzione tampone solo per le classi di concorso sature, per le quali effettivamente non saranno disponibili nell’immediato delle cattedre”. Più che temporanea, la soluzione trovata dai cinquestelle sembra un po’ estemporanea, dal momento che le classi di concorso sature non sono poche, soprattutto adesso che è giunto alle battute finali il ‘concorsone’ voluto da Profumo e già si prepara l’offensiva degli idonei per vedere riconosciuto il loro diritto a stare in questa ennesima graduatoria.

“Se parliamo di reclutamento – continua il deputato cinquestelle – a noi non interessa portare avanti una battaglia su quali debbano essere le modalità per i prossimi anni, ma quello che ci preme davvero è aprire un confronto sul metodo con cui devono essere affrontati i problemi che riguardano il personale della scuola. Oggi ci si batte per interessi corporativi, non per il bene collettivo, ognuno tende a voler affermare solo i diritti della propria piccola parte senza prendere in considerazione soluzioni che guardino al sistema nella sua complessità e interezza”. Qual è il modo per iniziare questa battaglia? “Ci faremo promotori dell’avvio di un tavolo di lavoro cui far partecipare diverse categorie, per esempio i diversi comitati Pas, Tfa, vincitori di concorsi e così via, in modo che elaborino una proposta organica e condivisa per la riforma del reclutamento”. Saranno invitati anche i sindacati a questo tavolo? “La presenza dei sindacati non è un dogma. La nostra battaglia avrà come scopo primario quello di cancellare i tagli del 2008 voluti dal ministro Gelmini: equiparando gli organici di fatto con quelli di diritto, le cattedre disponibili potrebbero aumentare in maniera sensibile e nel giro di tre anni si dovrebbe poter arrivare all’assunzione di 150.000 – 200.000 docenti”. Su questo punto specifico, il Movimento 5 Stelle contesta duramente il piano assunzioni del ministro Carrozza, che sul triennio propone l’assorbimento di appena 27.000 insegnanti. E non è un problema di coperture economiche: “Se lo Stato può pagare contratti fino al 30 giugno, può anche permettersi contratti a tempo indeterminato. Abbiamo già indicato nelle transazioni finanziarie e nella riduzione dei contributi alle scuole paritarie altre due strade per allargare le coperture economiche”. Vacca vuole sottolinearlo: “Questo governo non sta rilanciando la scuola, perché non rivaluta gli organici”.

Torna poi sul problema delle abilitazioni: “Se non ci sarà un blocco dei percorsi abilitanti, in poco tempo si creeranno altri 100.000 precari. Nella scuola italiana c’è bisogno di ripartire da un ‘anno zero’, con gli organici al completo e con i problemi macroscopici più evidenti, per esempio inidonei e quota 96 (l’emendamento a loro favore è stato dichiarato inammissibile, ndr) finalmente sanati. Il tutto deve avvenire, naturalmente, in un’ottica di meritocrazia”. A proposito di abilitazioni e di meritocrazia, come ci si comporta di fronte a TFA e PAS? “Si potrebbe procedere a una differenziazione di punteggio tra i due canali; è vero che chi ha frequentato il TFA ha affrontato una selezione sia in entrata sia in uscita, e questo merito non si può non considerare”.

A Vacca facciamo notare che forse è un controsenso bloccare le abilitazioni e poi battersi contro il numero chiuso all’università (se si devono regolare gli accessi verso le professioni, è meglio farlo fin da subito, no?), ma il deputato cinquestelle ricorda che questa sarebbe solo una misura temporanea per riparare al pasticcio creato dalla cancellazione del bonus maturità. E però coglie l’occasione per ricordarci che il dibattito sull’efficacia selettiva del numero chiuso è ancora aperto, visto che i fuori corso non diminuiscono poi così tanto: “Meglio, forse, sarebbe pensare a modalità di selezione in itinere”.

Proviamo a sondare gli umori anche sul tema liceo a quattro anni: “Un’altra manovra per far saltare migliaia e migliaia di posti di lavoro”. Però questo permetterebbe agli studenti italiani di anticipare il loro ingresso nel mondo del lavoro , mettendosi accanto ai francesi, agli inglesi… “Ci vorrebbe allora una riforma organica dei cicli scolastici. Non si possono fare riforme nell’ottica del risparmio”.

Un risparmio consistente sia per le casse dello Stato sia per famiglie è sacrosanto, invece, che venga dalla rivoluzione digitale. E come potrebbe non essere così per un movimento che senza la rete non esisterebbe nemmeno? “Ci stiamo battendo per il trionfo dei libri digitali e le piattaforme open – continua Vacca – oggi la scuola non deve trasmettere un sapere, ma deve costruirlo insieme ai ragazzi. Deve essere scalzato il meccanismo di dipendenza tra didattica e libri di testo. Con la tecnologia ogni docente è in grado di creare e rendere fruibili i suoi materiali didattici”. E così ci parla dell’esperienza dell’Itis “Majorana” di Brindisi, dove da anni i docenti hanno rinunciato ai testi scolastici per aprirsi a una didattica più aperta e innovativa.

Ma l’ultima parola è per i docenti inidonei: “Ci stiamo battendo per la mobilità volontaria e non forzosa. Si sminuisce troppo frettolosamente il ruolo di questi professionisti nella scuola: le biblioteche, per esempio, potrebbero diventare il cuore delle scuole”.

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