Aggressioni contro i docenti, Gruppo Firenze al Ministro: basta con le espulsioni con obbligo di frequenza

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Il Gruppo di Firenze ha inviato una lettera alla Fedeli avente per oggetto gli episodi di violenza contro i docenti e le conseguenti punizioni inflitte agli studenti. 

Ecco la lettera

Gentile Ministra Fedeli,

negli ultimi mesi abbiamo letto di ripetute aggressioni ai docenti da parte degli allievi: coltellate, testate, pugni, spinte, derisioni di gruppo. Poco importa quale sia la versione corretta di quanto successo in una scuola di Alessandria: il fatto che un’insegnante, per di più con difficoltà di movimento, sia stata circondata e derisa, oltre che filmata, da un’intera classe basta e avanza per parlare di un episodio ripugnante, che in altri paesi, ammesso che potesse accadere, sarebbe costata ai colpevoli l’espulsione dalla scuola.

Ancora una volta, però, si risponde a un comportamento gravissimo con misure assolutamente inadeguate a rendere consapevoli della sua gravità sia i responsabili,sia gli altri ragazzi. È stato infatti comminato un mese di sospensione, ma – ahimè – “con obbligo di frequenza”: un’assurda consuetudine incredibilmente affermatasi negli ultimi anni in molte scuole. E non sarà certo l’incarico di svuotare i cestini della carta a dare a questi ragazzi la misura di quello che hanno fatto.

Da noi è quasi la regola che simili episodi di violenza vengano seguiti da misure disciplinari irrisorie. A questa incapacità del mondo scolastico di punire in modo esemplare si aggiunge spesso una reazione a nostro parere insufficiente dei vertici dell’amministrazione scolastica a sostegno dei docenti fatti oggetto di aggressioni sia da parte di genitori che di studenti.

Sarebbe giusto, ad esempio, che il ministero si costituisse parte civile negli eventuali processi penali, qualora non siano i presidi a farlo, come pur dovrebbe accadere.

I fatti più gravi che arrivano sui giornali si radicano in una diffusissima mancanza di disciplina, cioè di maturità, di autocontrollo, di rispetto per gli altri. La cosa non sorprende, dato che negli ultimi decenni, per un malinteso anti autoritarismo, la fermezza nel far rispettare le regole, essenziale per la formazione dei giovani e per creare il clima sereno necessario all’apprendimento, è stata in ogni modo scoraggiata dal governo della scuola. A riprova, di recente è stato da Lei abolito il voto di condotta, insieme alla (remota) possibilità di ripetere l’anno a causa dell’indisciplina (resta in teoria possibile – ma sottoposta a troppe condizioni –solo per reati gravissimi contro la persona). Un provvedimento a cui è contrario il 68% degli italiani (sondaggio dell’Istituto Eumetra MR). Silenzio da parte di tutte le forze politiche, nessuna esclusa.

È evidente la necessità di cambiare rotta senza tentennamenti. Ci auguriamo che lo faccia il prossimo governo con il sostegno dell’opposizione. Le possiamo però ancora chiedere, gentile Ministra, di invitare gli istituti scolastici a non ridicolizzare il fine educativo della sospensione dalle lezioni aggiungendovi, con qualche poco impegnativo lavoretto, l’obbligo di frequenza: misura evidentemente contradditoria e intrisa di ipocrisia, che palesemente rappresenta agli occhi degli studenti la fragilità di educatori incapaci di quella fermezza che spesso proprio i ragazzi più problematici ci chiedono. E che ci chiede la società del futuro per la quale lavoriamo e alla quale vorremmo evitare il rischio di essere dominata dai prepotenti e dai violenti, abituati a esserlo perfino dalla scuola.

Michele Zappella*, neuropsichiatra infantile, Foundation for AutismResearch, New York, Usa*
Sergio Casprini, docente di storia dell’arte, Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità
Andrea Ragazzini**, docente di storia dell’arte, Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità
Giorgio Ragazzini, docente di Lettere, Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità
Valerio Vagnoli, dirigente scolastico, Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità

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