Aggiornamento GaE, Coord. Naz, TFA: ritarderebbe assunzioni dalle GMRE

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Comunicato Coordinamento Nazionale TFA – Ci risiamo. Eravamo convinti che alla lista delle promesse mancate e delle misure volte quasi inevitabilmente a peggiorare la nostra condizione, non dovessimo aggiungere nulla in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale che, come noto, verrà chiamata a decidere sulla legittimità o meno del concorso riservato.

Invece ci siamo sbagliati di nuovo. Ieri l’altro, 29 gennaio 2019, è stata presentata al Senato dal Movimento 5 stelle la proposta di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento (GAE), contestualmente al Decreto Semplificazione.

Allo stato attuale, abbiamo più di qualche buona ragione per ritenere che, qualora le GAE venissero aggiornate, numerosi ricorsisti, iscritti in tali graduatorie provvisoriamente in forza di provvedimenti giudiziali, avrebbero un diritto di precedenza rispetto a tutti i docenti abilitati che stanno svolgendo o hanno svolto il Concorso transitorio 2018. Questa situazione, soprattutto nelle classi di concorso in esubero ed in quelle ove le GAE sono attualmente esaurite, porterebbe inevitabilmente a nuovi e incalcolabili ritardi sulle assunzioni dal FIT.

L’aggiornamento rende inoltre possibile il cambio di provincia, il che consentirebbe a un ricorsista in GAE di spostarsi da una provincia all’altra per velocizzare i tempi della sua assunzione, in barba a quei fessacchiotti destinati ad ammuffire nelle graduatorie del concorso riservato.

Agli iscritti nelle GMRE non è infatti concessa nessuna di queste prerogative che a torto o a ragione appartengono a una stagione ormai chiusa – ma è davvero così? – del reclutamento del personale scolastico.

Senza nulla togliere a meriti e diritti dei docenti iscritti in GAE a pieno titolo, vale sempre la pena ribadire che noi abilitati TFA abbiamo e continuiamo a subire sulla nostra pelle il fatto di appartenere a una generazione di docenti, anzi, a una generazione di lavoratori del settore pubblico a cui sono stati richiesti dei requisiti molto più impegnativi rispetto a chi ci ha preceduto, senza tuttavia ottenere in cambio né un riconoscimento adeguato del nostro percorso formativo né delle prospettive certe di stabilizzazione.

Duole purtroppo riconoscere che, almeno da questo punto di vista, la linea adottata dal Governo del Cambiamento si mostra in perfetta sintonia con quella dei governi precedenti. Francamente ci saremmo aspettati, se non un’inversione di rotta, almeno la volontà di non ripetere gli errori trascorsi e di non alimentare ulteriormente le troppe divisioni che da anni caratterizzano il mondo del precariato scolastico.

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