ADi: reclutamento docenti, specifiche scale retributive, istituti scolastici a statuto speciale

Di Lalla
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Alessandra Cenerini – L’ADi cambia denominazione e diventa Associazione Docenti e Dirigenti scolastici Italiani

Alessandra Cenerini – L’ADi cambia denominazione e diventa Associazione Docenti e Dirigenti scolastici Italiani

Il 5° Congresso dell’ADI, convocato a Castellamare di Stabia il 25 agosto 2013, ha modificato lo statuto e cambiato la denominazione in Associazione Docenti e Dirigenti scolastici Italiani. Alla guida dell’Associazione è stata confermata Alessandra Cenerini, la quale ha designato come vicepresidente nazionale il giovane dirigente scolastico, Roberto Fiorini, a sottolineare la duplice natura dell’ADi.

Le linee programmatiche per il prossimo triennio

L’ADi ritiene che la scuola sia giunta a un punto di rottura irreversibile, che richiede il drastico abbandono di atavici miti, quali l’unicità della funzione docente e lo Stato datore di lavoro, e l’assunzione di alcune innovazioni cruciali che riguardano la docenza e la dirigenza scolastica, fondate sulla decentralizzazione e su un nuovo Statuto professionale. Se ne citano solo alcune:

1) Il reclutamento dei docenti non può più essere gestito centralmente, come definitivamente dimostrato dalle vicende recenti. Per sconfiggere il precariato e dare stabilità alle scuole occorre rispettare la normativa europea, collegando l’incarico a tempo determinato con l’immissione in ruolo. Ciò comporta il concorso indetto e gestito da scuole e/o reti di scuole, limitato agli iscritti all’albo regionale degli abilitati, per l’assunzione degli incaricati a tempo determinato sui posti vacanti, e immissione in ruolo dopo massimo 3 anni di permanenza nella stessa scuola, a seguito di valutazione annuale positiva e con obbligo di permanenza per altri 3 anni.

2) L’ADi considera inoltre improcrastinabile l’articolazione e differenziazione della docenza con specifiche scale retributive. Ciò comporta l’eliminazione delle funzioni strumentali, dei comandi per l’autonomia e altri presso USR e MIUR e una riconsiderazione del fondo di istituto.

3) L’ADi ritiene infine che per vincere le resistenze all’innovazione si debba procedere per tappe differenziate. A questo riguardo considera importante il varo di una norma che dia alle Regioni, che intendono avvalersene, la facoltà di istituire un certo numero di istituti scolastici a statuto speciale, specialmente nell’area tecnica e professionale, andando oltre l’innovazione definita dall’art.11 del DPR 275/99.

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