Adeguamento normativa antisismica, scuole montane in difficoltà in Friuli Venezia Giulia

WhatsApp
Telegram

Le nuove norme tecniche di prevenzione antisismica potrebbero portare alla chiusura di alcuni edifici scolastici. E’ il rischio concreto che si corre in Friuli Venezia Giulia. 

Secondo quanto scritto dal sito ilfriuli.it, pur non esistendo un pericolo imminente per le strutture edilizie, la loro messa in regola con la normativa che ha modificato i parametri di sicurezza richiede lavori che non possono essere svolti in presenza degli studenti. Vanno cercate strutture sostitutive che in alcune zone montane particolari possono essere identificate con grande difficoltà. Questo potrebbe portare a rivolgersi a zone limitrofe con disagi per gli studenti e per i docenti.

Secondo quanto scrive il giornale, nella Regione sono presenti circa 1300 scuole fra statali e paritarie. I soldi messi a disposizione nel 2018 sono stati circa 164 milioni di euro per ristrutturazioni varie a cui si aggiungono altri 129 milioni di euro proprio per l’adeguamento antisismico.

Quest’anno le cifre destinate agli interventi programmati avranno all’incirca lo stesso importo. “Quasi tutte le scuole della nostra regione – ha confermato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti – sono state controllate e abbiamo un quadro puntuale di cosa serve e dove bisogna intervenire. Ci sono scuole che hanno maggiori difficoltà, ma già l’anno scorso sono arrivati i contributi e sono state avviate le procedure per effettuare i lavori. L’aggiornamento delle normative tecniche ha complicato le cose ampliando il numero di strutture sulle quali è necessario intervenire. È evidente che, senza l’aiuto dello Stato, la Regione da sola non riuscirà in tempi brevi a fornire una risposta alle tante esigenze provenienti dal territorio. Parliamo di centinaia di edifici. Dunque la sfida è da far tremare i polsi anche se si tratta di interventi necessari per rendere ancora più sicuri edifici che sono già comunque in buone condizioni, tanto più che siamo già corsi ai ripari dove era maggiore il rischio”.

Sulla possibilità che possa essere autorizzato da parte dei Sindaci il funzionamento della scuola in deroga alla normativa, l’assessore ha precisato: “Serviranno comunque anni per mettere tutto a posto tanto più se si tratta di interventi che richiedono un iter piuttosto articolato e che pretendono molte risorse, per lo meno qualche altro centinaio di milioni di euro oltre a quelli già spesi”.

WhatsApp
Telegram

Abilitazione docenti 60, 30 e 36 CFU. Decreti pubblicati, come si accede? Webinar informativo Eurosofia venerdì 26 aprile