Accordo PD-M5S, “Buona Scuola” uno degli ostacoli. “E’ stata già abrogata dalla Fedeli”. Lettera

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inviato da Eugenio Tipaldi – Leggo che per l’accordo di governo PD-M5S uno dei punti di contrasto di programma è l’abolizione della “Buona Scuola” proposta dai grillini.

Ma di fatto la “Buona Scuola” è stata già abrogata dal ministro Fedeli per recuperare il consenso degli insegnanti prima delle elezioni del 4 marzo risultate poi fallimentari per il PD.

Si è di nuovo dato potere ai sindacati e alle RSU di contrattare su varie materie (vedi ultimo contratto degli insegnanti) che il decreto Brunetta aveva tolto. Adesso, per esempio,se un preside vuole spostare un bidello da un plesso all’altro,occorre prima di tutto informare i sindacati delle motivazioni e poi confrontarsi con loro entro 15 giorni. E’ chiaro il rischio di paralisi di un’organizzazione con queste premesse, oltre alla possibilità concreta di aumento di contenziosi nell’ambito scolastico.

Questo hanno ottenuto le organizzazioni sindacali confederali attualmente maggioritarie e non capisco a questo punto come i miei colleghi presidi possano  ancora sentirsi rappresentati da queste organizzazioni.

Poi sul merito da attribuire ai docenti, gli stessi sindacati hanno ottenuto che anche i criteri fossero contrattati, creando un conflitto d’interessi con il comitato di valutazione che li dovrebbe scegliere. Vero è che il Preside individua i docenti da premiare, ma i soldi per il merito sono stati diminuiti per darne una parte agli aumenti stipendiali degli insegnanti.

La chiamata diretta pure è stata ingessata, dovendo contrattare con i sindacati i criteri di scelta.

A questo punto resta ben poco della legge 107 e quindi l’accordo con i grillini, almeno sulla scuola ,è spianato.

Si è dato spazio a una campagna mediatica,non ancora finita, da parte dei sindacati contro i presidi “sceriffi”, definendoli autoritari e pazzoidi,discreditando un’intera categoria che ,pur con pochi soldi rispetto agli altri dirigenti pubblici,tiene aperte le scuole nonostante tutte le difficoltà,assumendosi anche il rischio di una condanna perché, per ragioni di sicurezza, le dovrebbe piuttosto chiudere (quale scuola oggi è a norma in Italia?).

Non  contesto ai sindacati la difesa dei legittimi diritti degli insegnanti, ma la difesa dei loro interessi corporativi(per esempio sulla mobilità, ancora una volta si è derogato sul vincolo triennale di permanenza che permette una continuità didattica). Ciò va a discapito degli interessi generali della scuola che deve tutelare prima di tutto i  bisogni degli studenti e un miglior insegnamento.

Pd – M5S per il prossimo Governo: come ci si metterebbe d’accordo per la scuola?

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