Abolizione valore legale titolo studio, Link: così aumentano le diseguaglianze

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Comunicato Link Coordinamento Universitario – Ieri, 11 novembre, il vice ministro della Lega, Matteo Salvini, ha rimesso nel dibattito il tema del valore legale della laurea, durante la scuola di formazione politica della Lega.

Il leader leghista ha dichiarato di voler mettere mano a scuola e università, partendo dal valore legale del titolo di studio. Una misura sostenuta precedentemente dall’ex Ministro dell’Istruzione Gelmini e dal governo Monti: questo sarebbe dunque il cambiamento?

L’abolizione del valore legale del titolo di studio, lungi dall’essere un modo per favorire il miglioramento dell’attività formativa all’interno degli atenei, costituirebbe il colpo di grazia per le grandi università a scapito di quelle piccole e del Sud, considerando differente la formazione ed il valore della laurea sulla base di parametri discrezionali e che non tengono conto delle esigenze degli Atenei, alimentando la competizione tra gli stessi Atenei e tta studenti che possono permettersi determinate Università e chi invece no.

A questa misura si associa, l’aumento delle tasse universitarie e l’introduzione del prestito d’onore. Favorendo l’introduzione del modello anglosassone nel sistema universitario italiano, basando l’organizzazione delle università sulla sola priorità di competere, senza investire sulla reale qualità del percorso formativo, inoltre questo porterebbe all’aumento abnorme dei costi delle università più accreditate in Italia. A maggior ragione quando già le università in Italia vivono di forti disuguaglianze in termini di finanziamento.

Ad oggi, il governo non ha ancora discusso in maniera seria delle questioni legate all’università, con un’assenza completa all’interno del dibattito pubblico sia di tentativi di soluzione ai problemi sia del Ministro Bussetti, che oltre ad un questionario farsa nulla ha detto in merito alle gravi questioni che oggi affliggono l’università (edilizia, reclutamento, diritto allo studio, ecc) anzi, tagliando ulteriori 30 mln all’interno della legge di stabilità. Crediamo che sia gravissimo, che le prime dichiarazioni siano sul valore legale del titolo, piuttosto che sulle problematiche sistemiche che affligono l’Università e che un ministro dell’interno come Salvini si permetta di attaccare l’università una dichiarazione di questo tipo, senza oltretutto considerare la contrarietà dell’altra compagine di Governo, da sempre contrari.

Continueremo a mobilitarci verso e oltre il 16 Novembre per rimettere al centro l’Università e la sua funzione all’interno del Paese.

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