Abilitati TFA ordinario: al tavolo del M5S bisognerà inserire il concetto di merito

Di Lalla
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inviato in redazione – La proposta di istituire un tavolo tecnico di confronto con i rappresentanti delle classi lavorative coinvolte è certamente un passo significativo, una apertura doverosa nei confronti dei "lavoratori della conoscenza" che, esclusi dai processi decisionali che li riguardano, si trovano spesso a subirne direttamente le conseguenze.

inviato in redazione – La proposta di istituire un tavolo tecnico di confronto con i rappresentanti delle classi lavorative coinvolte è certamente un passo significativo, una apertura doverosa nei confronti dei "lavoratori della conoscenza" che, esclusi dai processi decisionali che li riguardano, si trovano spesso a subirne direttamente le conseguenze.

Riportando la nostra riflessione generale nel campo specifico dell’istruzione ci accorgiamo di subire le conseguenze di uno "scollamento" tra gli organi ministeriali, deputati a vagliare le strategie risolutive delle problematiche scolastiche, e le considerazioni di quanti sono direttamente coinvolti nella questione esaminata, essendo coloro che vivono in prima persona sia i problemi emersi sia le conseguenze delle decisioni adottate.

Nei mesi della nostra appassionata rivendicazione di dignità per un titolo abilitante selettivo, nella nostra ricerca di giustizia ed equità, le istituzioni preposte, con le quali siamo entrati in contatto, ci sono parse superficialmete aperte al dialogo, distanti nel comprendere pienamente le dinamiche reali sottese alle loro decisioni, dimostrando come chi dovrebbe dirigerci viva, anche inconsapevolmente, in una dimensione diversa rispetto a chi in quella stessa dimensione vi opera quotidianamente.

Quindi auspichiamo che l’ingresso ai tavoli tecnici delle principali rappresentanze dei gruppi coinvolti segni l’avvio di una nuova modalità comunicativa diretta e schietta, pragmatica e non inquinata da questioni pseudo-politiche che corrompono certe sigle sindacali.

Novità, motivazione, concretezza, pulizia e trasparenza: nel gruppo dei valori che ci pare riconoscere nella proposta del M5stelle bisogna poi inserire il concetto di merito, pilastro emergente basilare nelle nuove priorità del sistema.

Sulla questione della meritocrazia, aspetto fondante nel percorso di formazione dei docenti, si è creata una frattura, come una tragica ferita in quello che dovrebbe essere il corpo unico degli insegnanti.

La causa di questo stato di tensione è da imputare non ai docenti bensì alle amministrazioni che non hanno, a priori, stabilito quei paletti distintivi necessari tra i due tipi di percorsi di abilitazione: il Tfa, selettivo con posti basati sul fabbisogno, e il Pas, senza selezione di ingresso e senza numeri basati sul fabbisogno (il cui accesso è legato al servizio di 3 annualità, cioè di 180 giorni ad anno, anche in scuola private).

Questi due percorsi non sono, e non possono essere, analoghi: affermarlo significa mentire, minare il concetto di verità e negare l’utilità della selezione e della valutazione che è basilare nel campo della formazione e che noi stessi condividiamo e applichiamo in classe con i nostri studenti.

A riguardo il Miur non ha mai espresso una posizione atta a definire le diversità dei due percorsi e inoltre (e ciò che ci rammarica) alcune sigle sindacali hanno sposato in toto le rivendicazioni di una categoria affossando le esigenze dell’altra (si ricordi il paradosso subito per cui a settembre 2013 i non abilitati hanno avute assegnate le supplenze al posto degli abilitati Tfa, a dispetto della nota 839 / 13 che ne prevedeva la priorità!).

La mancanza di una equa presa di posizione ha portato poi allo scontro tra i docenti che, esasperati dallo stato di precarietà, si sono trovati da soli a gestire una situazione che invece andava definita prima, dall’unico organo deputato a farlo: il Miur.

Come avremo modo di affermare al tavolo tecnico di gennaio, va specificato in via prioritaria che, al momento, esiste solo una classe di neo abilitati, i docenti con titolo Tfa Ordinario mentre i colleghi che attendono il Pas non sono ancora abilitati, ma in attesa di esserlo.

Inoltre ribadiremo al tavolo tecnico che non i docenti, che sono parte in causa, ma le Istituzioni preposte prendano posizione e stabiliscano come i due percorsi abilitati non sono e non possono essere uguali (il Tfa è selettivo, con posti legati al fabbisogno e tirocinio a scuola anche in presenza di anzianità di servizio; il Pas è senza selezione in ingresso, senza percorso formarivo di tirocinio e senza un rispetto del fabbisogno di posti).

Esiste un ordine di priorità che deve essere ponderato sulle caratteristiche del percorso e sulla tempistica di conseguimento del titolo e non può essere dato dal peso elettorale delle parti in causa.

Ecco il vero grande male della politica e delle istituzione: il riscontro elettorale delle decisioni, che seguono quindi un criterio opportunistico e non equo e di buon senso!

Auspichiamo che l’istituzione di tavoli tecnici, utili al confronto delle categorie interessate, segni l’avvio di un percorso costruttivo e pragmatico, leale e pulito tra cittadini coinvolti ed Istituzioni, ancora troppo distanti dalla realtà dei fatti.

Prof.ssa Arianna Paola Cipriani
Prof. Edoardo Ricci
Gruppo Nazionale Difesa Diritti Tfa Ordinario

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