A cosa servono i PAS se il concorso viene fatto prima? Lettera

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Inviato da Luca Gallo – Accedere al ruolo con un concorso straordinario senza la necessaria abilitazione è la più aberrante delle iniziative,si è sempre entrati in ruolo con delle procedure successive ai percorsi abilitanti, e mai il contrario, e chi avrà la voglia di frequentare i PAS che sono percorsi massacranti ed hanno un costo elevato, quando il ruolo sarà subito garantito da una procedura non selettiva?

Ovviamente mi riferisco al personale con tre anni di servizio, ma ricordo che nel 2014 dopo i PAS che videro partecipare precari con oltre dieci anni di supplenza, l’ ultimo percorso abilitante riservato risaliva infatti al 2004, dopo i PAS ci fu un concorso ALTAMENTE SELETTIVO con disparità evidenti tra una commissione ed un altra e il riservato 2018, per cui parecchi ancora oggi di quelle procedure devono ancora essere stabilizzati.

I PAS possono andare bene come principio, da svolgersi ogni tot anni per tenere conto di chi ha acquisito una certa esperienza, ma dare l’ abilitazione e quindi il ruolo senza nessuna valutazione e senza nessun corso abilitante a monte, be non si era mai visto.

Non dico che è una vergogna, ma è una disparità di trattamento pesantissima rispetto a chi ha dovuto subire ogni genere di iniziative, ovvero gli abilitati TFA/PAS 2014, CHE INVECE DI ENTRARE DI DIRITTO NELLE GAE furono sottoposti nonostante la sudata abilitazione ad un concorso, quello 2016, altamente selettivo.

Ma si sa nella scuola si continua a dividere i lavoratori creando sempre più un clima di scarsa serenità e di sfiducia in chi ci governa.
NON è neanche un problema di boom di supplenze o di riconoscimento di diritti acquisiti,nel 2014 c’ erano le stesse problematiche e le stesse rivendicazioni, SOLTANTO DUE PESI E DUE MISURE.

Vorrei ai sindacati far notare che in quel limbo assurdo chiamato seconda fascia ancora scontano la loro pena tanti ABILITATI DI STATO, alcuni a settembre cominceranno l’ anno di prova, alcuni alla soglia dei 50 anni, per questi docenti era stato previsto il FIT,solo il terzo anno, ma poi la legge di bilancio 2018 ha stravolto tutto ancora una volta, ovvero questi docenti non più giovani si sono visti rientrare nel blocco dei 5 anni, molti hanno scelto i posti residui,POCHI, del contingente 2018, spesso lontano da casa.

Si chiede, se non sia troppo per chi lavora da circa 20 anni ormai, e non ha più la forza di lottare, perchè sfiduciato e amareggiato, di prevedere per l’ anno prossimo una deroga per il blocco dei 5 anni e consentirci di poter partecipare alla mobilità, prima quindi delle assunzioni previste per settembre 2020, altrimenti tornare a casa, o spostarsi in una sede più comoda diventerà impossibile.

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