100.000 docenti GaE, tra infanzia, primaria e secondaria. “Siamo in attesa, siamo più di un partito politico”

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Marco Saglimbene – Con 136 voti favorevoli e 30 voti contrari, il Senato ha approvato il disegno di legge di bilancio 2018 che passa ora all’esame della Camera per il via libera definitivo.

La commissione Bilancio di Montecitorio inizierà i lavori sul disegno di legge martedì 5 dicembre con l’esame preliminare che dovrebbe concludersi giovedì 7 dicembre, giorno in cui scadrà anche il termine per la presentazione degli emendamenti. I precari ancora nelle GaE, seguono con particolare attenzione i lavori, affinché ci siano i tanto auspicati emendamenti che tendino alla conversione di quanti più posti possibile da organico di fatto ad organico di diritto nel centro e nel meridione d’Italia, dove ancora le GaE sono inflazionate.

Ad oggi, la situazione dei docenti GaE è la seguente:
INFANZIA:
– Comune 64.751;
– Sostegno 2.679;
PRIMARIA:
– Comune 52.557;
– Sostegno 2.091;
SEC. I* GRADO:
– Comune 2.903
– Sostegno 176;
SEC. II*GRADO:
– Comune 12.976;
– Sostegno 971;

Dai dati ufficiali, si evince che i precari ancora nelle graduatorie ad esaurimento, sono più di 100.000 ai quali bisogna aggiungere le famiglie, gli amici e conoscenti: numeri da PARTITO POLITICO. Ormai è di dominio pubblico che per la stragrande maggioranza dei predetti, la FAMOSA DOMANDA NON POTEVA ESSERE PRODOTTA per problemi familiari, di salute, per la presenza di figli piccoli, di genitori anziani con handicap o perche’ ammalati. La 107/2015, “quando il rimedio è peggiore del male”, non ha tenuto conto nemmeno delle famiglie con marito e moglie precari: a chi dovevano lasciare i figli in fasce ? A chi ?
La coscienza non consentiva di osare, lasciando allo sbando i propri cari. La Legge era chiara “Vincolo Triennale”!

Incredibilmente, una Legge che non ha accontentato nessuno, seppur con le innumerevoli discrasie era chiara e sembrava certa, prevedendo che un algoritmo, non reso pubblico, stabilizzava chi aderiva in una delle 100 province scelte dal docente, nonché la certezza di un vincolo triennale nella provincia che l’algoritmo assegnava al docente.

Beh, era chiaro che la stabilizzazione passava da un triennio di sacrifici, un triennio lontano dalla terra di residenza e logicamente non era per tutti, non era per chi non aveva la possibilità di abbandonare chi aveva bisogno di cure. La famiglia aveva priorita’ assoluta, ma la 107 non ne teneva conto e la politica ha difeso quelle regole coi denti, non ravvedendosi nemmeno di fronte al corposo sciopero della scuola del 5 maggio 2015 al quale la politica rispondeva: “abbiamo dato 3 mld alla scuola, abbiamo assunto 100.000 precari, non capiamo, le ragioni di questa protesta, anzi, protestate pure noi andremo avanti cocciuti come caterpillar”.
John Ruskin sosteneva: “La presunzione può gonfiare un uomo, ma non lo farà mai volare”.
Dopo qualche mese, l’inaspettato ravvedimento, chiesto a gran voce dai sindacati, che sconvolgera’ la legge (derogandola) e con essa il futuro di decine di migliaia di docenti precari. Dopo tre mesi dal termine ultimo per la presentazione della domanda (14 agosto 2015), le regole del gioco, con l’emendamento Puglisi, vennero stravolte a favore di chi quella domanda l’aveva prodotta, a favore di chi, mai entrato in classe, la stabilizzazione costituiva solo un nuovo “LAVORO” (così fu definito), a favore di chi, nelle ultimissime posizioni in graduatoria, ed in tenera età, non aveva problemi a trasferirsi al Nord, ed a danno di chi di quella Legge, pur non condividendone l’impianto, si fidava e non avrebbe mai immaginato di subire un tradimento tanto crudele (modificare in itinere una Legge dello Stato, rinegoziando i principi fondamentali). Il risultato fu che la stragrande maggioranza dei docenti che aderì non è mai dovuto andare al Nord, e solo in pochi hanno dovuto lasciare la terra di residenza. L’emendamento rivoluzionò l’impianto originario stravolgendolo, e il governo non ebbe il buon senso di riaprire i termini della domanda (con le nuove regole) per dare modo a tutti di aderire. Una vergogna! Morale della favola, oggi ci si ritrova con le scuole del Nord senza docenti, con potenziatori a fare da tappa buchi o a marcire nei corridoi, ragazzi DIVERSAMENTE ABILI senza continuità didattica ed assistiti da docenti senza specializzazione utilizzati sul sostegno pur di farli rientrare a casa in assegnazione provvisoria. Nulla di più scandaloso che utilizzare i diversamente abili, i più deboli, per accontentare chi quella Legge non l’ha voluta rispettare ed ha preteso le modifiche in itinere.
Questo Governo con una Legge oculata e condivisa, avrebbe avuto la possibilità di raddoppiare il proprio elettorato ed è stato capace di dimezzarlo.
Il popolo dei docenti precari delle GaE e le loro famiglie, stanno monitorando i lavori parlamentari per verificare che siano presentati gli emendamenti dedicati affinché ci sia la conversione di quanti più posti possibili da organico di fatto ad organico di diritto a favore dei 100.000 docenti che ancora stazionano nelle GaE, docenti che lo ricordiamo, hanno esperienza ventennale e costituiscono lo zoccolo duro della scuola italiana, ma che le deroghe hanno ingiustamente tradito. La conversione, oltre a dare stabilita’ ai precari, costituirebbe pure un risparmio per il MIUR il quale dopo attento monitoraggio ha verificato che il costo di un docente precario è maggiore di un docente di ruolo.

I docenti delle GaE, chiedono GIUSTIZIA e che vengano emendati i seguenti punti:

1. Emendamento nella legge di stabilità 2018 che preveda la conversione dell’organico di fatto in organico di diritto al fine dell’assunzione e svuotamento delle GaE a livello provinciale nel centro – sud Italia (circa 30.000 docenti).

2. Emendamento nella legge di stabilità che preveda l’assunzione di tutti i docenti abilitati nel sostegno e presenti in GaE (circa 6000 docenti).
I posti al Sud ci sono e i docenti li occupano ogni anno percependo uno stipendio.
Gli alunni diversamente abili sono in continuo aumento in moltissime regioni del centro Sud (es. Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia, Abruzzo, Lazio etc..) e necessitano di continuità didattica.

3. Mobilità ferma al 30% + 10% professionale, mentre il restante 60% deve rimanere a disposizione dei RUOLI (a sua volta va diviso al 50% tra gae e concorso). In realtà, la situazione delle GaE dovrebbe spingere ad aumentare la percentuale per i ruoli ed abbassare quella per la mobilità così da non lasciare scoperte le cattedre del Nord ad oggi danneggiate dai ripetuti emendamenti della L. 107/2015

4. Urge che nella tabella di valutazione titoli per il prossimo concorso il titolo abilitante della SSIS sia valutato PIÙ di ogni altro titolo poiché preso a seguito di un concorso dalla durata di due anni ed oltre trenta esami. PAS e TFA sono titoli presi a pagamento con un mese di frequenza e non sono paragonabili con la SSIS ne formalmente ne formativamente.

5. Infine occorre che sempre nella suddetta tabella il servizio valutato nella paritaria sia valutato e conteggiato come quello prestato nella scuola pubblica (come supportato da recenti sentenze e dallo stesso Miur che riconosce al servizio della paritaria il punteggio valido per la pubblica ).

Il partito politico dei 100.000, monitorerà attentamente l’evoluzione dei lavori parlamentari e in fiduciosa attesa augura un proficuo lavoro agli addetti ai lavori.

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