Scuole Cattoliche Sicilia in crisi. A.GE:S.C.: il Governo regionale fa solo chiacchiere

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È sempre più crisi per le Scuole Paritarie Cattoliche Siciliane, e in particolar modo quelle dell'Infanzia. 

È sempre più crisi per le Scuole Paritarie Cattoliche Siciliane, e in particolar modo quelle dell'Infanzia. 

La Regione Sicilia nega il diritto dei genitori di scegliere liberamente per i loro figli un'educazione conveniente, un'educazione integrale e aperta ai più autentici valori umani e cristiani. Essi pagano due volte le tasse: una volta allo Stato e una volta alle scuole paritarie con la retta scolastica.

In Sicilia sono 450 le Scuole dell'Infanzia frequentate da 25.000 bambini. In esse trovano occupazione tra docenti e non docenti 3.000 persone.

La presenza di queste scuole, situate in contesti molto difficili e a rischio, è apprezzata a parole e non dai fatti da parte delle istituzioni (Stato, Regioni e Comuni).

Quando si organizzano convegni pubblici, che hanno come tema l'educazione dei nostro figli, i politici sono i primi a fare bella mostra, parole e non fatti, con puerili giochi di partito, chi pro scuole paritarie cattoliche e chi contro, come se non ricordassero che il Sistema Pubblico Scolastico è unico, rappresentato da scuole statali e scuole paritarie (tra queste anche quelle comunali).

Un altro dato che il buon politico che amministra le casse pubbliche deve ricordarsi è che le scuole paritarie cattoliche fanno risparmiare allo Stato 6,5 milioni di euro all'anno.

Se queste scuole dovessero chiudere, ingenti sarebbero le ricadute sulla Regione Siciliana, in quanto Stato, Regione e Comuni, non sarebbero in grado di accogliere questi bambini, sia per mancanza di strutture che di risorse economiche.

Il parlamento siciliano sembra voler perseguire un disegno finalizzato alla scomparsa di queste scuole pregiudicando la pluralità dell'offerta formativa e della libera scelta educativa dei genitori, disattendendo da anni le risoluzioni del Parlamento Europeo che invitano i Paesi membri dell'Unione Europea (tra questi l'Italia) a sostenere il pluralismo delle istituzioni educative.

Chiediamo con forza, con la petizione pubblica avviata dalla FISM con l'appoggio di FIDAE, CNOS, A.GE.S.C., AGE, Forum Regionale delle Associazioni Familiari, il ripristino del "Buono Scuola"  e dei fondi di finanziamento per queste scuole.

Una minima parte, certamente, l'ha fatta la legge sulla "Buona Scuola" di Renzi, con la detraibilità fiscale di 400 euro che, ovviamente, non basteranno (una goccia nell'oceano).

È necessario avviare un processo culturale per raggiungere la parità scolastica; bisogna formare i nostri politici perché l'ignoranza ed i pregiudizi sono dilaganti. Ricordiamo ai nostri cari politici regionali che la Sicilia ancora non ha una legge sul diritto allo studio ed in corso vi è anche lo smantellamento della scuola professionale.

Vogliamo una Sicilia che si avvicini all'Europa o che continui ad essere sempre un Sud penalizzato e arretrato, dove i posti di lavoro sono sempre di meno ed i nostri ragazzi sono costretti ad andare all'estero?

"Dobbiamo ripristinare il patto educativo – ha detto Papa Francesco ai genitori cattolici riuniti in Sala Clementina –  perché il patto educativo si è rotto, e dobbiamo ripristinarlo. Gettare ponti: non c'è sfida più nobile. Costruire ponti: costruire unione dove avanza la divisione, generare armonia quando sembra avere la meglio la logica dell'esclusione e dell'emarginazione.

Educare ad un nuovo umanesimo del lavoro, che aiuti a rifuggire "le scorciatoie dei favoritismi e delle raccomandazioni" e a combattere la "piovra dell'illegalità".

Maurizio Nobile
Presidente Regionale A.GE:S.C. (Associazione Genitori Scuola Cattoliche)
Sicilia
Vice Presidente del Forum Regionale delle Associazioni Familiari

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