Stipendio docenti e ATA: perdita netta di 80 euro mensili

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Il personale delle pubbliche amministrazioni ha un potere di acquisto sempre più basso poichè a fronte di un’inflazione, dal 2008 ad oggi, pari al 13,6% gli incrementi contributivi dei dipendeti pubblici sono stati del 9,5%, con un meno 4,1%.

Il personale delle pubbliche amministrazioni ha un potere di acquisto sempre più basso poichè a fronte di un’inflazione, dal 2008 ad oggi, pari al 13,6% gli incrementi contributivi dei dipendeti pubblici sono stati del 9,5%, con un meno 4,1%.

I docenti e il personale Ata della scuola, quindi, risultano sempre più poveri. Questo è quanto evidenziato dal rapporto semestrale sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici pubblicato dal’Aran lo scorso 30 dicembre.

A quanto ammonta, a conti fatti, la perdita neta in busta paga? Si tratta di circa 80 euro al mese che dovrebbero trovare un bilanciamento dai rinnovi contrattuali che, però, porteranno un aumento retributivo di solo 5 euro al mese.

I rinnovi contrattuali, tra l’altro stanno subendo vistosi ritardi anche a causa della riduzione del numero dei comparti della Pa che dovrebbero passare dagli attuali 12 a solo 4 comparti: scuola, sanità, enti territoriali e amministrazioni centrali.




Ovviamente la riduzione dei comparti della Pa non ha trovato l’appoggio di tutte le sigle sindacali poichè tale riduzione porterebbe anche ad una riduzione di peso delle singole sigle sindacali (le sigle sindacali per partecipare alla contrattazione collettiva devono avere un tasso di rappresentatività non inferiore al 5% che diventerà sempre più difficile da raggiungere con comparti più grandi).

L’accordo sui comparti, però, è propedeutico all’apertura dei tavoli per i rinnovi contrattuali di tutta la Pa, scuola compresa.

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