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PC, Tablet e LIM: nuove tecnologie al servizio della scuola

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Il rapporto OCSE ha messo in luce, così come la fondazione Agnelli, che l'uso delle nuove tecnologie informatiche a scuola non migliorano di per sé le competenze linguistiche, matematiche e scientifiche degli studenti.

Il rapporto OCSE ha messo in luce, così come la fondazione Agnelli, che l'uso delle nuove tecnologie informatiche a scuola non migliorano di per sé le competenze linguistiche, matematiche e scientifiche degli studenti.

Lo studio dell'OCSE e della fondazione Agnelli non fanno altro che confemare il fatto che le nuove tecnologie non sono altro che uno strumento finalizzato a facilitare l'apprendimento dei nostri allievi e ad avvicinarsi ai nuovi modi e canali d'acquisizione delle conoscenze da parte dei giovani d'oggi.

L'incidenza delle nuove  tecnologie, del resto, non può essere valutata sulla base delle quantità di attrezzature informatiche presenti nelle scuole, ma piuttosto incrociando rendimento scolastico e uso delle stesse tecnologie.

Affinchè i nuovi mezzi tecnologici abbiano un'incidenza positiva sui percorsi formativi degli allievi, è necessario rivoluzionare la didattica tradizionale, rendere gli allievi attori dei loro processi d'appredimento, facendo loro superare il ruolo di spettatori passivi.

Per fare ciò è necessario che i docenti si mettano in gioco, cambiando il loro metodo d'insegnamento e il loro ruolo che, alla luce anche dell'affermazione massiccia dell'uso di PC, Tablet, Lim, Cellulari, dovrebbe essere di mediazione dei contenuti tradizionali e guida all'apprendimento degli stessi tramite gli strumenti suddetti.

Gli allievi, dal canto loro, non hanno certo bisogno di aver spiegato come fnzionano i nuovi mezzi tecnologici, tuttavia dovrebbero essere guidati ad un uso consapevole ed efficace, dal punto di vista dell'apprendimento, degli stessi.

In Italia abbiamo pochissimi e rari casi in cui le nuove TIC  abbiamo influito positivamente nell'ambito dei processi d'insegnamento apprendimento. Al riguardo possiamo ricordare l'esperienza del Liceo "Lussana"di Bergamo (riportata oggi da La Stampa), dove non esistono più banche e cattedre e gli studenti lavorano in gruppo con PC e Tablet, al fine di conseguire obiettivi trasversali alle varie discipline, e sono essi stessi a contribuire alla riscrittura delle varie conoscenze da acquisire.

Un'altra interessante esperienza è quella della flipped classe (riguardo alla quale la nostra redazione ha pubblicato una guida), in base alla quale gli studenti non apprendono in classe ma a casa, approfondendo poi con gli insegnanti quanto appreso. 

 

 

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