Sostegno. Formazione dei docenti durante l’anno, se non si instaura buon rapporto con alunno

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red – Al Senato si sta discutendo di sostegno, di continuità didattica, attraverso una commissione ad hoc di cui è relatrice la senatrice Serra del M5S. Alcune delle problematiche messe in evidenza riguarda la formazione dei docenti.

red – Al Senato si sta discutendo di sostegno, di continuità didattica, attraverso una commissione ad hoc di cui è relatrice la senatrice Serra del M5S. Alcune delle problematiche messe in evidenza riguarda la formazione dei docenti.

Abbiamo più volte riferito della richiesta e della generale tendenza a proporre una formazione sull’argomento handicap anche ai docenti curriculari. Associazione come la FISH, l’ENS hanno incontrato il Ministro, che si è dichiarato favorevole a questo tipo di iniziativa. Indiscrezioni vogliono che ci sia già qualcosa di pronto, se non nero su bianco, almeno nelle intenzioni.

Ma il dibattito continua. Infatti, in Senato si sono avviati i lavori per trovare soluzioni alle problematiche che riguardano gli alunni che necessitano dell’insegnante di sostegno. Parliamo in particolare della continuità didattica, dato che nelle scuole si alternano diversi insegnanti di sostegno che purtroppo spesso non riescono a proseguire gli anni successivi con gli stessi alunni, determinando un forte pregiudizio in termini di continuità didattica e metodologica. Tra i profili di maggiore criticità emersi, è stata richiamata la difficoltà in termini di tempestiva assegnazione del personale, il precariato e il reclutamento dei docenti di sostegno, che spesso non riescono a seguire gli alunni con disabilità neanche durante l’intero anno scolastico.

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Altro argomento caldo riguarda la formazione dei docenti. Dall’incontro con le associazioni di categoria, come la Federazione italiana per il superamento dell’handicap (FISH) e l’Ente nazionale sordi (ENS), è emera l’esigenza di una formazione continua e professionalizzante degli insegnanti di sostegno, ma bisogna guardare anche alla formazione iniziale. Infatti neanche nei corsi di laurea di scienze della formazione primaria è previsto uno studio dettagliato delle diverse forme di disabilità e dei conseguenti metodi di intervento.

Un altro aspetto evidenziato riguarda il rapporto tra i docente e l’alunno. La proposta è che qualora l’insegnante non riesca ad instaurare una positiva relazione funzionale con l’alunno con disabilità, si proceda approfondimento in corso d’anno circa quella specifica patologia, grazie anche ad una rete informativa e formativa. Da qui l’esigenza di costruire un interscambio tra tutte le strutture interessate, a partire dalla famiglia fino alle scuole ed ai servizi sanitari.

La relatrice ha elaborato una bozza di risoluzione che impegni in Governo ad affrontare la questione e che ha sottoposto alla commissione. Ecco di seguito i punti cardine:

  1. sia garantita una maggiore tempestività nell’assegnazione delle risorse  professionali di supporto agli alunni con disabilità, che tenga conto del fabbisogno di organico e delle effettive esigenze dell’alunno;
  2. sia data sollecita attuazione all’aumento delle assegnazioni dei posti di organico di diritto;
  3. all’organico funzionale di rete, previsto dall’articolo 50 del decreto-legge n. 5 del 2012, che consentirebbe una migliore gestione delle risorse umane anche nell’ottica della continuità;
  4. siano adottate tutte le misure per favorire la qualità dell’esperienza di apprendimento e dell’inclusione, incentivando lo scambio di informazioni sull’alunno nel passaggio da un ciclo ad un altro;
  5. sia assicurata un’approfondita formazione del personale in relazione alle diverse tipologie di disabilità.

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