Riforma scuola e stipendi. Passaggio da vecchio a nuovo sistema scatti, c’è chi perderà 5mila euro

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Continua la disanima della proposta di Renzi per la sostituzione degli scatti stipendiali automatici con un sistema solo "meritocratico". Più si scava più salta fuori un sistema per far risparmiare lo Stato.

Continua la disanima della proposta di Renzi per la sostituzione degli scatti stipendiali automatici con un sistema solo "meritocratico". Più si scava più salta fuori un sistema per far risparmiare lo Stato.

Più che un investimento per la valorizzazione della professione docente, il sistema "meritocratico" proposto dal Governo nelle linee guida per la riforma della scuola, si configura come un enorme risparmio.

Abbiamo già ampiamente dimostrato che il tetto massimo del 66% per i docenti "meritevoli" in realtà si traduce in un risparmio che si aggira tra i 200 e i 331mln di euro.

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Un vero sistema meritocratico che punta alla valorizzazione della professione avrebbe previsto stanziamenti per premiare tutti gli insegnanti, con un tetto derivante, non da un limite finanziario, ma da un limite di crediti. In modo che tutti i docenti realmente meritevoli possano accedere agli aumenti di stipendio.

Il Governo invece vorrebbe sia la botte piena che la moglie ubriaca: istituire un sistema "meritocratico", perseguendo quale obiettivo primario il risparmio sugli stipendi dei docenti, proletarizzando ulteriormente una categoria già con stipendi inferiori alla media europea.

Ma le sorprese non finiscono. Infatti, nella linee guida che continuiamo a leggere e rileggere, compare anche il sistema di transizione dal vecchio al nuovo sistema del quale ci siamo già occupati, ma che è stato oggetto di riflessione da parte della Gilda.

Ricordiamo che il nuovo sistema di scatti legati al "merito" sarà avviato nel 2018, quindi ci sono tre anni di transizione. E il testo li esamina prendendo alcuni esempi:

  1. Docenti che sono arrivati al 33esimo anno di servizio e a cui mancano meno di 3 anni per il pensionamento: continuerà ad applicarsi l’attuale sistema di scatti di anzianità
  2. Docenti immessi in ruolo dopo l’entrata in vigore del piano, con diritto alla C.d. ricostruzione di carriera: riconoscimento degli scatti stipendiali, se utilmente maturati, fino al 1 settembre 2015 e applicazione del nuovo regime a partire dalla data di immissione in ruolo
  3. Docenti che si trovano nelle diverse classi stipendiali (fino al 33esimo anno): ad essi si applica fino al 1 settembre 2015 il sistema previgente basato sugli automatismi stipendiali e dal 1 settembre 2015 il nuovo meccanismo, conservando lo stipendio sino a quel punto maturato.

Nel testo si dimentica di riferire, invece, del caso in cui un docente sarebbe dovuto entrare nella classe di anzianità ‘21′ a settembre 2016 e quindi, secondo il sistema attuale, sarebbe "scattato" con 120 euro in più al mese.

Con l’entrata in vigore della riforma, dovrà, invece, attendere il 2018 per sperare di avere il miniscatto da 60 euro al mese, e  il 2021 per altri 60. Nel frattempo avrà perso oltre 5000 euro, tra il 2016 e il 2021 (120 euro al mese dal 2016 al 2018 e 60 euro al mese dal 2018 al 2021). I calcoli sono stati effettuati dalla Gilda degli Insegnanti

Chiaramente, la perdita si riferisce alla migliore delle ipotesi, quella in cui il docente ha conseguito lo scatto sia nel 2018 che nel 2021. Cosa non scontata, dal momento che i fondi stanziati riguarderanno soltanto il 66% dei docenti.

Il docente in questione, anche maturando gli scatti triennali previsti dalla riforma, continuerebbe a cumulare altre grosse perdite, sottolinea la Gilda, "negli anni seguenti (mancato ingresso nel gradone ‘28′ nel 2023 e possibilità teorica di raggiungere solo nel 2027 lo stipendio che avrebbe dovuto avere nel 2023)."

A perdere non sono soltanto color che avrebbero dovuto avere lo scatto di anzianità nel 2016, ma anche chi avrebbe dovuto averlo negli anni immediatamente successivi, sebbene tale perdita certa sia di entità via via inferiore (parliamo comunque di migliaia di euro).

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