Una ricerca scientifica rivela che è controproducente aiutare i figli a fare i compiti

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I ricercatori della University of Texas at Austin e della Duke University hanno condotto uno studio per valutare la relazione fra coinvolgimento dei genitori e profitto e il risultato è che l’influenza del sostegno di mamma e papà non fa la differenza.

I ricercatori della University of Texas at Austin e della Duke University hanno condotto uno studio per valutare la relazione fra coinvolgimento dei genitori e profitto e il risultato è che l’influenza del sostegno di mamma e papà non fa la differenza.

La conclusione è contenuta nel libro “The broken compass – Parental involvement with children’s education”, (La bussola rotta – coinvolgimento parentale nell’educazione dei bambini), firmato dai professori di sociologia Keith Robinson e Angel Harris.

Emerge una relazione inversamente proporzionale tra l'aiuto dei genitori e i risultati scolastici:già a partire dalle medie, il coinvolgimento dei genitori nei compiti ha un impatto negativo sui risultati dei test. Inoltre, gli studenti figli di genitori che vanno più spesso ai colloqui con insegnanti e presidi sembrano migliorare in maniera più lenta rispetto a ragazzi i cui genitori non sono così presenti a scuola.

La maggior parte dei genitori, indipendentemente dalla razza, dalla classe sociale e dall’età, risulta inefficace nell’aiutare i propri figli con i compiti, anche perché molti non sono più in grado di farlo o lo fanno in maniera superficiale.

Una recente ricerca condotta nel Regno Unito ha appurato che il coinvolgimento dei genitori è decisamente diffuso: due genitori su tre, infatti, aiutano i figli fra i 5 e i 15 anni nei compiti e uno su sei non aiuta semplicemente, ma esegue i compiti al posto del figlio.

Secondo Robinson e Harris, invece, i genitori devono comunicare l’importanza dello studio e il valore della scuola, devono scegliere l’insegnante più adatto, devono parlare delle attività scolastiche a cui partecipano i propri figli e avere alte aspettative per l’università, devono leggere ai bambini prima che inizino la scuola perché, secondo una ricerca, questo li renderà più ricettivi.

Da evitare invece: punizioni e togliere privilegi; meglio invece aiutarli nella gestione dello spazio e del tempo in cui vengono fatti i compiti e nella distribuzione settimanale del carico di lavoro, per non trovarsi con una mole di compiti da fare, ad esempio, la domenica sera.

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