Quasi 40mila firme contro il progetto Reggi delle 36 ore. C’è ancora tempo per aderire

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red – A chi ha ancora difficoltà a comprendere che i docenti non ci stanno ad un aumento delle ore lavorative tout court e senza retribuzione, i risultati sorprendenti della petizione dei "Gessetti rotti" dovrebbe fugare qualsiasi dubbio.

red – A chi ha ancora difficoltà a comprendere che i docenti non ci stanno ad un aumento delle ore lavorative tout court e senza retribuzione, i risultati sorprendenti della petizione dei "Gessetti rotti" dovrebbe fugare qualsiasi dubbio.

Nata a ridosso alle parole del Sottosegretario Reggi relative ad un aumento delle ore lavorative e alla copertura delle supplenze da parte dei docenti di ruolo, in pochi giorni ha ottenuto centinaia di adesioni, che oggi sono divenute migliaia.

Il testo della petizione

Da mesi stiamo assistendo e commentando, stupiti e indignati a un tempo, alle dichiarazioni del Ministro Stefania Giannini su scuola e insegnanti. Ora, dalle anticipazioni fatte dal sottosegretario Roberto Reggi, quelle esternazioni stanno trovando una loro conferma, sappiamo che è in atto, anche attraverso il lavoro di cantieri e pensatoi, istituiti presso il MIUR, una proposta governativa, da tradurre in provvedimenti legislativi e che in sintesi prevede tagli ordinamentali e retributivi degli insegnanti a fronte di aumentati carichi di lavoro, tagli mascherati da riforme, secondo vecchie pratiche governative che furono già del governo di Berlusconi, che operò tagli alla scuola per otto miliardi con una perdita di 150.000 posti in organico.

In sintesi si vorrebbe a) ridurre di un anno la scuola secondaria di secondo grado con un taglio di circa 60.000 cattedre, b) aumentare l’orario settimanale, si è parlato di 36 ore a parità di retribuzione, c) differenziare le retribuzioni per mezzo dei Dirigenti Scolastici anche attraverso l’incrocio dei test INVALSI, d) far sparire le graduatorie di istituto, le supplenze brevi sarebbero a carico dei docenti in servizio.

Anche se queste linee guida sono al momento ancora confuse e contraddittorie, si sta mettendo comunque in atto un’azione dirigistica senza alcun confronto che si connota come una nuova riforma punitiva per gli insegnanti fatta ancora una volta da chi dentro la scuola non ha mai messo piede e ignora cosa sia oggi un’ora di lezione all’interno di una classe in termini di preparazione e di impegno psicofisico, con i noti rischi di burnout, evidenziati dalla ricerca scientifica.

Nel contempo è in atto una campagna di propaganda governativa denigratoria contro gli insegnanti, la strategia è quella di far leva sull’opinione pubblica, anche con ipotesi demagogiche perché impraticabili ( apertura fino alle 22 edifici scolastici) e mettere i genitori contro gli insegnanti, gli insegnanti in competizione gli uni contro gli altri con l’intento di arrivare a una contratto di bassissimo profilo con una riconferma delle basse retribuzioni e con aumenti dati a pochi, con un risparmio di circa due miliardi di euro.

A fronte di tutto questo, i sottoscrittori chiedono al Presidente del consiglio al governo di ritirare immediatamente le linee guida Giannini / Reggi, e di considerare in ogni ulteriore proposta che voglia realmente elevare la qualità della scuola, il confronto con gli insegnanti e le parti sociali. L’orario di lezione settimanale dei docenti italiani, che non teme confronti con quello svolto dai docenti negli altri paesi, è intangibile in quanto connaturato alla specificità lavorativa dell’insegnamento.

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