Graduatorie ATA: rendiamole ad esaurimento, come quelle degli insegnanti. Mozione del PD siciliano

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Il PD siciliano ha presentato all’ARS una mozione per chiedere che il Governo regionale assuma tutte le iniziative opportuneper "chiudere la graduatoria del personale ATA trasformandola in graduatoria ad esaurimento", nonchè prevedere la stabilizzazione del personale ATA su tutti i posti vacanti e disponibili.

Il PD siciliano ha presentato all’ARS una mozione per chiedere che il Governo regionale assuma tutte le iniziative opportuneper "chiudere la graduatoria del personale ATA trasformandola in graduatoria ad esaurimento", nonchè prevedere la stabilizzazione del personale ATA su tutti i posti vacanti e disponibili.

 

Il personale ATA, lo sappiamo, non è solo è il grande assente dalle Linee Guida individuate dal Governo Renzi ne La Buona Scuola, ma potrebbe anche essere il bersaglio dei tagli che serviranno a finanziare tutta l’operazione. Da settembre 2015 cancellate supplenze brevi fino a 7 giorni. Addio a 8mila posti ATA

Con una specifica audizione, per la quale ci sarà una audizione martedì prossimo in Commissione Lavoro, i deputati sicialini del Partito Democratico Mariella Maggio, Baldo Gucciardi, Antonella Milazzo e Giovanni Panepinto chiedono che a partire dall’anno scolastico in corso, la graduatoria provinciale permanente ATA sia trasformata in una graduatoria provinciale ad esaurimento, con la possibilità di aggiornamento triennale e inserimento a pettine in altra provincia o regione, diversa da quella di immissione in ruolo del candidato.

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Altra richiesta è quella di effettuare “un attento e puntuale monitoraggio, verificando la ripartizione dei contingenti concordata tra MIUR, USR e sindacati sulla programmazione triennale precedente di assunzioni a tempo indeterminato di personale ATA, secondo lo schema di decreto interministeriale che ne ha dato attuazione, essendo evidente la disomogeneità tra Nord, Centro, e Sud sulla ripartizione dei contingenti, assegnando maggiori posti in deroga”.

“L’attuale situazione – spiega Mariella Maggio – non tutela i predetti lavoratori precari, non coprendo stabilmente né i posti vacanti e disponibili su base provinciale, né garantendo organici funzionali alle effettive esigenze delle scuole o reti di scuole statali”.

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