Formazione obbligatoria? Parliamone, purché ci sia il rimborso e non diventi un titolificio

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Formazione obbligatoria per i docenti, uno dei punti cardine della riforma Renzi sulla scuola. Già anticipata dall’insediamento del Ministro, giorn 29 potrebbe essere realtà.

Formazione obbligatoria per i docenti, uno dei punti cardine della riforma Renzi sulla scuola. Già anticipata dall’insediamento del Ministro, giorn 29 potrebbe essere realtà.

Sulla formazione dei docenti in servizio c’è grande confronto. La formazione, oggi, nel contratto è un diritto-dovere per i docenti, non un semplice dovere.

Ma, al Meeting di CL, la Giannini ha chiaramente detto che l’Italia è uno dei pochi paesi europei in cui nel contratto non è previsto l’aggiornamento dei docenti. Intendeva, probabilmente, in modo obbligatorio.

E sarà questa la via che verrà affrontata, sindacati e rinnovo contrattuale permettendo. A meno che non si trovi un escamotage per aggirare il confronto.

Vogliamo essere chiari, così com’è, la formazione dei docenti in servizio lascia il tempo che trova. Colpa dei docenti? Noi pensiamo che la colpa sia dovuta al fatto che i docenti debbano farsi carico della formazione, non essendo più previsto il rimborso per questa formazione.

E sta qui il rischio, che i docenti siano costretti, per contratto o per legge, ad aggiornarsi, ma che le spese di tale aggiornamento ricadranno sui miseri stipendi.

Altre esperienza, come per il campo medico, ci dicono che tale obbligatorietà può essere anche fallimentare, se si trasformerà in un obbligo che darà il via ad un mercimonio di corsi, titoli e titoletti che poco apporteranno alla reale professionalità dei docenti, ma soddisfaranno l’apparenza e la mercificazione.

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