Riforma. Insegnanti non adottano libri di testo, editori protestano

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Il dissenso degli insegnanti nei confronti del DDL Scuola potrebbe ricadere su un'altra categoria di lavoratori, gli editori dei libri di testo. 

Il dissenso degli insegnanti nei confronti del DDL Scuola potrebbe ricadere su un'altra categoria di lavoratori, gli editori dei libri di testo. 

Alcuni collegi docenti hanno deliberato di non modificare i testi adottati negli scorsi anni scolastici o hanno votato contro le nuove adozioni, come azione di protesta nei confronti della riforma sulla scuola in queste settimane al vaglio del Parlamento. 

Con una nota diffusa a mezzo stampa, l'AIE  (Associazione Italiana Editori) lamenta il blocco dei libri di testo che in questi giorni sta caratterizzando i collegi docenti di molte scuole italiane. Una forma di protesta legittima, secondo l'associazione, ma che colpisce i soggetti sbagliati.

Protesta "singolare", secondo l'AIE, poiché il costo viene scaricato "sulle spalle di aziende e operatori del settore che altra colpa non hanno se non quella di prestare un servizio di informazione e aggiornamento alle scuole e alla classe docente, nel contesto di una corretta prestazione sinallagmatica. E' ulteriormente singolare, inoltre, che il costo di questa manifestazione di dissenso finisca per ricadere su soggetti strumentalmente trasformati in impropria controparte, ma che rispetto alle richieste di modifica o di ritiro del ddl in oggetto non hanno alcun potere di intervento".

Infine, il comunicato chiede al Ministero di intervenire perché la mancata adozione dei libri di testo è un atto amministrativo dovuto da parte dei docenti.

La guida dell'Avv. Marco Barone Può il collegio docenti non deliberare l'adozione dei libri di testo?

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