40 ore di lavoro in più e stipendio invariato, succede a Trento. Gilda: modello per il resto d’Italia?

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di Eleonora Fortunato – Finanzieranno gli scatti 2012, ma geleranno le aspettative di impiego di centinaia di docenti iscritti nelle graduatorie di istituto di Trento e provincia le 30 ore annue da destinare alle supplenze brevi appena decise nel nuovo contratto.  La nostra intervista e il video servizio di GildaTv.

di Eleonora Fortunato – Finanzieranno gli scatti 2012, ma geleranno le aspettative di impiego di centinaia di docenti iscritti nelle graduatorie di istituto di Trento e provincia le 30 ore annue da destinare alle supplenze brevi appena decise nel nuovo contratto.  La nostra intervista e il video servizio di GildaTv.

Sarà modello per il resto d’Italia? Difficile sbilanciarsi. Intanto, per capire qualcosa di più del modello trentino abbiamo parlato con Isaia Iorfida, coordinatore provinciale della Gilda degli Insegnanti.

A inizio luglio c’è stato un accordo di modifica al contratto di lavoro dei docenti di scuola primaria e secondaria che lavorano nelle scuole statali della provincia di Trento. Come mai voi della  Gilda non l’avete sottoscritto?

“E’ così, Gilda e Uil hanno deciso di non firmare questo documento perché il nostro scopo era quello di trovare risorse aggiuntive per l’immissione in ruolo di 400 colleghi precari senza che questo si traducesse in un aggravio di lavoro per gli ordinari e soprattutto in una diminuzione di occasioni di lavoro per i colleghi precari. Secondo l’accordo, infatti, ogni docente presterà fino a 30 ore all’anno (e non più 15 come era finora) per supplenze interne al proprio istituto. Questo comporterà un risparmio per l’Amministrazione che andrà a finanziare gli scatti del 2012, ma inevitabilmente anche un abbassamento della qualità della didattica”.

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Come mai i docenti della provincia di Trento già prestavano 15 – adesso 30 – ore di supplenza all’anno?

“Oltre alle 18 ore di servizio settimanali e alle 80 ore annue per attività collegiali e di consiglio, in Trentino i docenti sono tenuti a prestare altre 70 ore annue (solo alle superiori) per il recupero del tempo ‘perso’ con la canonizzazione delle ore da 50 minuti, la cosiddetta ‘flessibilità’. Di tutte queste ore soltanto 15, però, potevano essere finora destinate alle supplenze interne. Col nuovo contratto, invece, si sale a 30. L’altra modifica che non ci trova consenzienti è la quota di 10 ore di aggiornamento ricompresa all’interno delle 80 ore di attività collegiali e di consiglio, quota che va a scapito dei docenti che insegnano in molte classi”.

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Incluse queste 70 ore per la flessibilità di cui ci ha parlato, che a livello nazionale (ancora) non ci sono, qual è lo stipendio netto un docente di scuola secondaria in provincia di Trento con cattedra completa?

“Un docente che insegna nella nostra provincia porta a casa in media 150-200 euro nette in più ogni mese rispetto ai colleghi che lavorano altrove”.

Perché secondo lei assegnare le supplenze brevi a docenti interni alla scuola nuoce alla qualità della didattica?

“Perché è quasi scontato che la supplenza non venga fatta da un docente specializzato nella disciplina del collega assente, né tanto meno che il sostituto si rivolga a studenti delle proprie classi. Normalmente, invece, il supplente chiamato dall’esterno non è solo un ‘tappabuchi’, ma un professionista che organizza attività di potenziamento, recupero o che manda avanti il programma”.

Anche i docenti non di ruolo dovranno attenersi a quanto stabilito dal nuovo contratto?

“In maniera proporzionale alle loro ore di servizio sì, toccherà anche a loro. Ma tutto quello che svolgeranno al di fuori delle 80 ore continuerà però a essere pagato con le risorse del Fondo di Istituto”.

Questo ultimo accordo prevede incentivi economici per i docenti?

“Assolutamente no. Il paradosso a cui stiamo assistendo negli ultimi anni è quello di vedere i contratti rinnovati non a fronte di una richiesta dei lavoratori, ma per la volontà dei datori di lavoro di ridefinire unilateralmente i carichi e l’organizzazione lasciando invariata la parte economica”.

Pensa che le nuove condizioni previste dall’accordo possano considerarsi una ‘prova tecnica’ che prelude alla loro estensione anche a livello nazionale? Come a dire, intanto ne testiamo la funzionalità su un’area circoscritta e vediamo come va?

“Io penso che il modello trentino abbia finora funzionato abbastanza bene e che, apportati alcuni correttivi, possa essere esportato anche fuori. Certo, questa mossa delle 30 ore per le supplenze non mi convince e andrà valutata bene”.

Nel testo dell’accordo si dice anche che “Le parti si danno reciprocamente atto dell’opportunità di attivare percorsi concertativi volti all’attivazione di forme di alleggerimento dei carichi di lavoro dei docenti a fine carriera anche a favore della formazione-tutoraggio e aggiornamento dei neo assunti”. La provincia di Trento inaugurerà per prima la figura del ‘docente senior’?

“Ne dubito, lei mi ha letto semplicemente una appendice, una nota a verbale che io stesso avevo voluto venisse inserita. Una di quelle cose di cui si parlerà, si discuterà…”.

E non se ne farà niente, vuole dire?

“Proprio così”.

Secondo lei si passerà prima o poi anche a un aumento delle ore frontali di insegnamento?

“In Trentino questa cosa è nell’aria già da tempo. Di fatto, alcuni docenti possono scegliere di estendere fino a 21 ore settimanali il loro servizio di docenza facendolo rientrale nelle 70 ore di flessibilità”.

Su base volontaria, comunque?

“Sì, normalmente sono i docenti più vicini al dirigente quelli che optano per questa possibilità”.

Le cose di cui abbiamo parlato in questa intervista potrebbero c’entrare qualcosa con la ‘sorpresa’ per i docenti di cui parla Renzi?

“Penso che non possa trattarsi di novità positive, dalla fantasia gestionale ci si può aspettare di tutto”.

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Nessun aumento economico all’aumento delle ore lavorative e decurtazione delle supplenze: lo specifica anche a GildaTv il Coordinatore Iorfida

Contenuti aggiuntivi nel video servizio realizzato da GildaTv

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