Incidente ad uno studente, DS condannata a 15mila euro e 1 mese di reclusione. Marotta (ANDIS): varare disciplina chiara

WhatsApp
Telegram

E’ una chiusura d’anno piuttosto impegnativa per i dirigenti scolastici italiani: esasperati dal sovraccarico di adempimenti connessi all’attuazione della legge 107 e da tante altre incombenze derivanti da svariate norme che vanno dalla trasparenza alla sicurezza sui luoghi di lavoro, i capi di istituto hanno messo in atto nelle ultime settimane manifestazioni di protesta mai viste prima.

Ne abbiamo parlato con Paolino Marotta, Presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (ANDIS).

Prof. Marotta, parliamo di responsabilità dei ds in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro: qualcosa a livello legislativo si sta finalmente muovendo…

“Abbiamo accolto molto positivamente l’invito rivoltoci dalle Commissioni congiunte Cultura e Lavoro della Camera dei Deputati interessate a conoscere il nostro parere sulle proposte di legge Carocci e Pellegrino. Nel corso dell’audizione dello scorso 11 luglio ho avuto modo di chiarire che i dirigenti scolastici italiani manifestano viva preoccupazione per la responsabilità connessa alla qualifica di “datore di lavoro” in materia di sicurezza delle scuole. Dai Rapporti di Legambiente e Cittadinanzattiva emergono dati allarmanti: per citarne solo alcuni, su un totale di 43.000 plessi scolastici più di 20.000 edifici non sono in possesso della certificazione di agibilità, circa 30.000 non hanno il certificato di prevenzione incendi e più di 13.000 edifici hanno bisogno di urgenti interventi di manutenzione. Per non parlare del rischio sismico, soprattutto nell’Italia centrale. Il tema delle responsabilità in capo ai dirigenti delle istituzioni scolastiche va, quindi, senz’altro analizzato all’interno del quadro di queste criticità. L’ANDIS ha più volte segnalato al Parlamento e al Governo il profondo malessere avvertito dai dirigenti scolastici italiani per le pesanti responsabilità che il D.Lgs. 81 ha prefigurato a loro carico e per la grave condizione di abbandono in cui sono stati lasciati negli ultimi anni. Adesso ci auguriamo che i nostri rilievi vengano recepiti e che si possa pensare a una modifica tempestiva della normativa vigente, in particolare, dell’articolo 18 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, rubricato «Obblighi del datore di lavoro e del dirigente». In particolare chiediamo al Parlamento di varare una disciplina chiara e univoca in materia in cui venga sancito che:
– i dirigenti scolastici sono sollevati da qualsiasi responsabilità qualora dimostrino di aver assolto con tempestività all’obbligo di richiesta all’ente proprietario degli interventi strutturali, di manutenzione e di messa in sicurezza degli edifici;
– la vigilanza spetta al dirigente scolastico solamente per i rischi attinenti all’attività scolastica;
– la valutazione dei rischi strutturali degli edifici e l’individuazione delle misure necessarie a prevenirli ricadono nella responsabilità esclusiva dell’ente proprietario”.

In un’azienda normale il datore di lavoro è anche responsabile della manutenzione degli edifici e della messa in sicurezza, ma sappiamo che nelle scuole statali non è così, tocca agli Enti locali occuparsi di molti di questi aspetti. E’ un’aporia che in qualche modo si può sanare?

“C’è evidentemente una contraddizione di fondo: individuati dalla legge quali “datori di lavoro” senza che possano effettivamente disporre di “autonomi poteri decisionali e di spesa”, i dirigenti scolastici hanno più volte denunciato la diffusa inadempienza degli Enti locali sulla manutenzione, la messa in sicurezza degli edifici e la trasmissione delle certificazioni obbligatorie alle scuole. Pesa, pertanto, su di loro un carico ingiusto che va dalla sicurezza dei luoghi, degli impianti e delle attrezzature di lavoro, alla tenuta delle certificazioni di legge, alla gestione delle emergenze, alla sorveglianza sanitaria e così via. Tutto questo finisce per alimentare nella nostra categoria sempre più diffusi sentimenti di frustrazione e di diffuso disagio”.

Di recente il tribunale di Lagonegro ha condannato una dirigente di Sapri proprio per un incidente capitato a uno studente della sua scuola nel 2011. L’atteggiamento dei giudici sembra tenere in scarsa considerazione quello che lei ha appena detto.

“A proposito di questo episodio, che ha riguardato la ds Franca Principe di Sapri (Sa), la nostra solidarietà non si è certo fatta attendere. La collega è stata condannata ad un mese di detenzione, con la sospensione condizionale della pena, e a 15.000 euro di risarcimento danni per lesioni colpose e gravi, ma l’ANDIS auspica che possa essere definitivamente prosciolta da ogni addebito nel successivo grado di giudizio. Proprio in riferimento a questo episodio, non possiamo negare di essere preoccupati per il costante orientamento della Corte di Cassazione, che ha più volte sancito la piena responsabilità (derivante proprio dalla qualifica di “datore di lavoro”) del dirigente scolastico sia in caso di incidente occorso in ambito scolastico che per effetto di carenze strutturali dell’edificio e/o per lavori di adeguamento e messa in sicurezza non eseguiti dall’Ente proprietario. Possiamo ricordare la condanna a quattro anni di carcere del dirigente scolastico Livio Bearzi (oltre al dirigente del settore edilizia e pubblica istruzione della Provincia dell’Aquila) per il Convitto crollato a seguito del terremoto del 2009, oppure quelle del dirigente scolastico e del Responsabile del Servizio P. P. in relazione alle lesioni colpose lievi causate dall’improvvisa caduta dell’anta di un cancello nella scuola di Casteldaccia (Pa) nel 2013”.

WhatsApp
Telegram

Eurosofia: un nuovo corso intensivo a cura della Dott.ssa Evelina Chiocca: “Il documento del 15 maggio, l’esame di Stato e le prove equipollenti”