Il contributo scolastico non va in vacanza: a luglio richieste dai 60 ai 200 euro

Di
WhatsApp
Telegram

Skuola.net – Accade in questi giorni di fine luglio, quando le scuole superiori stanno perfezionando le iscrizioni al primo anno dopo gli esami di terza media. Ed è proprio ora che arriva la tanto temuta richiesta: il contributo scolastico. Quel bollettino da pagare intestato alla singola scuola, allegato alla domanda di iscrizione spesso senza precisare che si tratta di un contributo volontario. E il paradosso è evidente: i ragazzi che escono dalle medie rientrano nella scuola dell’obbligo e non sono chiamati a pagare neanche le tasse erariali. Figuriamoci il contributo volontario.

Skuola.net – Accade in questi giorni di fine luglio, quando le scuole superiori stanno perfezionando le iscrizioni al primo anno dopo gli esami di terza media. Ed è proprio ora che arriva la tanto temuta richiesta: il contributo scolastico. Quel bollettino da pagare intestato alla singola scuola, allegato alla domanda di iscrizione spesso senza precisare che si tratta di un contributo volontario. E il paradosso è evidente: i ragazzi che escono dalle medie rientrano nella scuola dell’obbligo e non sono chiamati a pagare neanche le tasse erariali. Figuriamoci il contributo volontario.

Eppure accade, negli ultimi anni sempre più spesso con richieste economiche sempre più alte. Qualche esempio? Il liceo Carlo Porta di Monza tramite domanda di iscrizione chiede ai ragazzi del primo anno per il 2014-2015 un contributo di 160 euro, con tanto di sconto-famiglia in presenza di fratelli per una quota che si abbassa a 100 euro. Sconti a parte, la dicitura “volontario” non compare. Compaiono invece nel dettaglio tutti gli estremi per il versamento, tramite bonifico bancario o bollettino postale. Evidentemente non è chiaro che il contributo non va necessariamente pagato.

Poi accade anche che, ad una famiglia monoreddito con 3 figli a carico in provincia di Mantova, venga negata al padre la possibilità di non versare i 170 euro previsti dal contributo ma di coprire solo i rimborsi per le spese dovute. Un vero e proprio abuso da parte del dirigente scolastico che Skuola.net ha già provveduto a segnalare allertando il Miur.

Diversamente l’IIs Corner di Venezia che, chiedendo ai ragazzi del primo anno la quota contributiva pari a 120 euro, chiarisce anche le modalità. Sul modulo di iscrizione infatti, accanto alla somma richiesta, c’è un numerino che rimanda a una nota in calce in cui viene spiegato che i 120 euro comprendono una quota obbligatoria di 30 euro, destinata alle spese di segreteria, al libretto personale e all’assicurazione, e quota aggiuntiva di 90 euro che comprende 20 euro per materiale di consumo e 70 euro per innovazione tecnologica. Tutto corretto, quindi, non si capisce però perché la nota esplicativa debba essere sempre scritta con un carattere più piccolo del testo integrale.

Queste sono solo alcune delle numerose segnalazioni raccolte in questo mese da Skuola.net, che da anni porta avanti la battaglia contro la richiesta di soldi alle famiglie. Il fenomeno non fa distinzioni da Nord a Sud soprattutto dagli istituti tecnici e professionali, quelli che maggiormente hanno bisogno di soldi per i laboratori e le attività pratiche. Se è vero che le scuole hanno sempre meno risorse per le attività scolastiche, è anche vero che la spesa non può ricadere sulle spalle delle famiglie. Soprattutto quando sono impossibilitate a pagare.

“Il contributo scolastico – spiega Daniele Grassucci, responsabile Skuola.net – volontario sulla carta ma obbligatorio nei fatti, non va in vacanza: numerose famiglie che hanno iscritto gli studenti al primo superiore, superato l’esame di terza media, si sono viste richiedere il pagamento del contributo per poter "perfezionare" la pratica. Considerando mediamente alle superiori il contributo ammonta a 60 euro e alle medie 25, il contributo genera una spesa di circa 200 milioni di euro a carico delle famiglie ogni anno”.

Anche il Ministero della pubblica istruzione ha più volte ribadito la non obbligatorietà del contributo. La circolare Stellacci del 7 marzo 2013 sottolinea, ad esempio, che "qualunque somma, ulteriore alle tasse erariali e a quanto strettamente necessario per il rimborso di spese sostenute dalla scuola per conto delle famiglie, può essere richiesta soltanto quale contribuzione volontaria". Per tasse erariali si intendono quelle da versare tramite bollettino intestato all’Agenzia delle entrate, circa 20 euro, da cui sono esonerati i ragazzi in età da obbligo scolastico, quindi fino a 16 anni. Mentre per il rimborso il Miur si riferisce alle spese sostenute dalle singole scuole per l’assicurazione da eventuali infortuni, per il libretto delle assenze o per le gite scolastiche. Quindi, tutto ciò, va specificato alle famiglie senza invece lasciar intendere che siano obbligate a pagare pena la non iscrizione a scuola.

WhatsApp
Telegram

Abilitazione all’insegnamento 30 CFU. Corsi Abilitanti online attivi! Università Dante Alighieri