Concorso a cattedra, studiamo insieme le “Avvertenze generali”. Quinta esercitazione, Le competenze psico-pedagogiche

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Quinta giornata, in sinergia con i formatori della Edises, dell'iniziativa “Studiamo insieme le Avvertenze Generali".

Quinta giornata, in sinergia con i formatori della Edises, dell'iniziativa “Studiamo insieme le Avvertenze Generali".

Ogni martedì e giovedì saranno pubblicati test di 10 domande a risposta chiusa, sviluppati a partire dalle sintesi del Manuale Edises sulle  Avvertenze Generali.

La quinta sintesi e l’esercitazione di riferimento, è sulle competenze psico-pedagogiche

LA SINTESI Accedi al test

1. Le scuole attive e Dewey

L’impostazione delle scuole attive (o scuole nuove) si distingue per il grado di coinvolgimento dell’alunno nell’attività didattica: egli non deve avere un atteggiamento passivo e assorbire in modo acritico tutte le nozioni che il docente gli propone; deve, piuttosto, sperimentare e comprendere in prima persona, mediante l’esperienza e l’attività pratica. A parlare di scuola attiva è stato John Dawy, autore di importanti saggi quali: “Il mio credo pedagogico”, “Democrazia ed educazione”, “Esperienza ed educazione”.

Partendo dal concetto di esperienza e di scuola attiva, Dewey sostiene che per contribuire effettivamente alla crescita sociale, la scuola deve partire dai bisogni, dagli impulsi e dagli interessi degli alunni che devono essere canalizzati verso attività educative da svolgere in modo interessato e partecipativo per favorire l’apprendimento dei discenti. Secondo Dewey la modalità di apprendimento attraverso il fare (learning by doing, ossia “imparare facendo”) aiuta il fanciullo ad organizzare la sua conoscenza e non si può sostituire con lezioni frontali o con l’apprendimento da un testo. Ovviamente i libri sono uno strumento utile per apprendere, ma l’esperienza deve essere affiancata ai testi, in quanto favorisce la vocazione attiva del bambino.

2. Burrhus F. Skinner e le macchine per insegnare

Skinner propone la progettazione di macchine per insegnare, capaci di organizzare le loro domande in modo da creare sequenze di apprendimento volte all’acquisizione di specifiche conoscenze. Tali macchine possono essere programmate con molteplici obiettivi e sono in grado di modificare il loro comportamento in base alle risposte dello studente.

 

3. Benjamin S. Bloom e il Mastery Learning

A Bloom si deve la procedura di apprendimento denominata Mastery Learning, espressione traducibile come “Apprendimento per padronanza”. Si tratta di una procedura che mira a portare la maggioranza degli studenti alla padronanza della disciplina che viene loro insegnata, tenendo conto delle diversità individuali nei ritmi e nei tempi di apprendimento degli allievi. Le fasi principali del Mastery Learning sono: la valutazione formativa, la suddivisione della materia in unità didattiche e la determinazione degli obiettivi cognitivi.

Si definiscono cinque variabili che influenzano l’apprendimento: l’attitudine, la qualità dell’istruzione, l’abilità nel comprendere l’istruzione, la perseveranza, il tempo a disposizione.

4. Lev S. Vygotskij

Le ricerche sul grado di maturazione cognitiva dei bambini si sono sempre rivolte all’osservazione di quello che essi sono in grado di fare individualmente e in modo indipendente (sviluppo attuale). Tuttavia, ciò non mostra quali siano le loro capacità di apprendimento a breve o a lungo termine. Pertanto, Vygotskij pone attenzione alla zona di sviluppo prossimale, che corrisponde al livello di sviluppo potenziale del bambino, determinato dalla capacità di risolvere un problema con l’aiuto di un adulto o di un coetaneo più competente di lui. Nella scuola di base si dovrebbe attuare un’istruzione che sia improntata a far lavorare costantemente i bambini nella loro zona di sviluppo prossimale.

Nell’ambito dello sviluppo cognitivo Vygotskij distingue due tipologie di concetti: scientifici e spontanei. I primi sono concetti di tipo formale, spesso distaccati dall’esperienza personale del bambino: di solito non è possibile farne un uso spontaneo ed empirico e vengono acquisiti dai bambini a scuola. I concetti spontanei (o quotidiani) hanno invece una genesi proveniente dall’esperienza quotidiana e non sono organizzati in un sistema coerente di conoscenza; non godono di relazioni puntuali e stringenti che li collegano. Sono facilmente riconducibili a un uso empirico.

La connessione tra concetti spontanei e scientifici è individuata dalla zona di sviluppo prossimale: quando il livello di maturazione di un concetto spontaneo è nella zona di sviluppo prossimale, allora deve essere proposta all’alunno un’attività, guidata dall’insegnante, che possa ricondurre tale concetto verso una sistemazione organica, verso una comprensione e una consapevolezza profonda, verso un concetto che abbia le caratteristiche della scientificità.

5. Jerome Bruner

Bruner individua un aspetto, comune a tutte le discipline, costituito dalla struttura, termine con cui s’intende un nucleo di idee chiave, di conoscenze cardine, alla base della comprensione degli aspetti molteplici della disciplina stessa. Lo studioso afferma che gli aspetti fondamentali di ciascuna disciplina possono essere insegnati a chiunque, qualsiasi età egli abbia, purché siano messi in una certa forma. Partendo da questo assunto, è possibile definire un curricolo a spirale, così detto perché inizialmente presenta le idee chiave in modo semplice e intuitivo, ma periodicamente ritorna su tali idee, rivisitandole in una forma diversa, sempre più elaborata, e facendo leva su modalità di rappresentazione sempre più formali e simboliche.

Lo studioso distingue tra teoria dell’istruzione, di tipo prescrittivo, con l’obiettivo di conseguire particolari finalità in modo ottimale, e teoria dell’apprendimento, di tipo descrittivo che si cura di descrivere e interpretare cosa stia avvenendo quando ha luogo l’apprendimento oppure cosa sia avvenuto quando esso è terminato.

Bruner riprende il concetto di problem solving (che consiste nell’individuazione della migliore strategia tra quelle possibili) e lo riallaccia a quello di scaffolding, una parola inglese che significa impalcatura. Lo scaffolding è un processo che permette a un discente di risolvere un problema o raggiungere un obiettivo che andrebbe oltre le sue possibilità, se non fosse assistito.

In un articolo del 1961, intitolato The act of discovery, Bruner presenta il concetto dell’apprendimento per scoperta, dove per scoperta si intende qualsiasi modalità di ottenere conoscenza per se stessi, con l’uso della propria mente. L’apprendimento per scoperta a sua volta promuove la ricompensa intrinseca rispetto a quella estrinseca: quest’ultima si identifica con l’elogio da parte del genitore o del docente, con un voto lusinghiero o un giudizio positivo sull’alunno.

6. Von Glasersfeld

La conoscenza non è acquisita in modo passivo. Quando il discente ha un impatto con un’esperienza nuova, egli percepisce una perturbazione rispetto a quanto si attenderebbe dalle strutture cognitive di cui dispone. In modo attivo, questa nuova esperienza deve essere assimilata o accomodata nelle strutture preesistenti, al fine di creare nuova conoscenza: solo in tal modo l’individuo ritorna in equilibrio con l’ambiente esterno. Per questo motivo, è necessario mettere il discente di fronte ad elementi che possano perturbare le sue strutture cognitive: ciò avviene soprattutto con il confronto e con l’interazione con altri discenti. In base a questo paradigma, il docente favorisce spesso la creazione di gruppi di apprendimento o gruppi di studio.

7. Von Foerster

Lo studioso opera un’analisi del sistema di istruzione soffermandosi sulle usuali pratiche didattiche che lo caratterizzano e mettendo in evidenza il problema della banalizzazione del processo di insegnamento-apprendimento. Il sistema di istruzione accoglie in ingresso bambini che sono, per certi versi, imprevedibili. Se poniamo loro una domanda, ci risponderanno dalla prospettiva del bambino, in un modo che non ci attendiamo e che talvolta ci sorprende. Il sistema di istruzione tende progressivamente a banalizzare gli studenti, inducendoli a fornire risposte attese e prevedibili alle domande. Gli stessi test di valutazione sono predisposti per proporre domande di cui si conosce la risposta e per attendersi la risposta corretta. Quando uno studente ottiene un ottimo voto ad un test, il suo processo di banalizzazione si è compiuto, in quanto egli è totalmente sotto controllo e fornisce le risposte attese dai suoi interlocutori.

Un’altra differenza importante esiste tra domande legittime e illegittime. Il sistema di istruzione si fonda su domande illegittime, ossia domande di cui già si conosce la risposta e che non aggiungono nulla al sapere complessivo dell’umanità, ma semplicemente tramandano il sapere passato nel futuro. Il focus dell’attenzione dovrebbe spostarsi sulle domande legittime, ossia su quelle degne di essere poste, in quanto non se ne conosce ancora la risposta, o addirittura non si è in grado di sapere se esista una possibile risposta.

8. Edgar Morin

Le convinzioni pedagogiche di Morin sono legate strettamente alla sua visione globale della realtà attuale, alla complessità dei problemi e delle relazioni che si stabiliscono tra ambiente, uomo, cultura ed educazione. Pertanto, la sfida della conoscenza moderna è tutta tesa nello sforzo di riuscire a chiarire, definire e interpretare la complessità. I sistemi educativi improntano la loro azione formativa sulla conoscenza e sulla spiegazione di contenuti chiari e distinti: si può apprendere ciò che è chiaro e certo. Per Morin, un primo punto di criticità è la frammentazione e l’isolamento dei saperi: da questo fenomeno nasce la suddivisione del sapere in discipline e la concezione della cultura (ossia dell’insieme delle conoscenze) come suddivisa tradizionalmente in cultura umanistica e cultura scientifica. Al contrario, queste due culture sono complementari e devono ritornare a parlarsi. Il pensiero della complessità aiuta a formare una visione globale della realtà. Una maggiore globalità aiuta a riconoscere l’interconnessione delle culture e l’interconnessione dei destini delle diverse comunità. Pertanto, favorisce una maggiore responsabilità e una maggiore solidarietà.

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Verifica, nella giornata di domani, la graduatoria per confrontare il tuo risultato con quello degli altri candidati. Questo è il link per accedere alla graduatoria http://www.edises.it/attivita/simulazioni-collettive-avvertenze-generali/graduatoria.php?id=5

Ricordiamo che il progetto è finalizzato esclusivamente all' autovalutazione in quanto, come è noto, le domande della prova scritta saranno a risposta aperta.

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