Concorso a cattedra, Giannini chiede ai non abilitati e ai docenti di ruolo di non fare ricorso. Anief: hanno pieno diritto a farlo

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ANIEF – “Ogni cittadino italiano ha pieno diritto a ricorrere in tribunale contro degli atti amministrativi errati: sbaglia chi invia segnali opposti all’opinione pubblica, chiedendo di accettare tutte le decisioni in modo supino e subalterno, anche quando queste violano la giurisprudenza”.

ANIEF – “Ogni cittadino italiano ha pieno diritto a ricorrere in tribunale contro degli atti amministrativi errati: sbaglia chi invia segnali opposti all’opinione pubblica, chiedendo di accettare tutte le decisioni in modo supino e subalterno, anche quando queste violano la giurisprudenza”. Così replica Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, alle dichiarazioni rilasciate in queste ore dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, secondo la quale “impostare questa straordinaria opportunità che sulla base della Costituzione italiana finalmente viene restituita al mondo della scuola, fra tribunali amministrativi e carte bollate, è una scelta che i sindacati sono liberi di fare, ma credo che non sarebbe una scelta vincente e la direbbe lunga sulla loro visione del mondo”.

Il leader del giovane sindacato ricorda che se il legislatore continua a non tenere conto della linea d’indirizzo espressa dai giudici negli ultimi anni, ai cittadini non rimane che attuare la via dell’impugnazione: “quando esistono determinanti, chiare ed inequivocabili sentenze, nella stessa direzione, espresse sia dal Tar del Lazio che da Consiglio di Stato, il Parlamento non può ignorarle. Ma deve necessariamente adeguarsi. In caso contrario – continua Pacifico – è inevitabile che si aprano nuovi contenziosi. Che, anche in occasione di questa tornata, coinvolgeranno l’Unione Europea, ricorrendo direttamente alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU)”.

“I cittadini illegittimamente esclusi dal concorso per docenti – sottolinea il sindacalista Anief-Cisal – hanno dunque diritto a chiedere di essere valutati e assunti: hanno conseguito un titolo all’università o determinati diplomi di maturità proprio per svolgere questa professione: molti di loro hanno costruito il loro curriculum di studi proprio a tale scopo. Ora, giunti ad un passo dalla selezione nazionale, si dice loro che non possono partecipare. Ma le cose non stanno così. Come hanno lo stesso diritto a partecipare tutti i docenti già di ruolo, che si trovano nella stessa condizione di tutti i dipendenti della Pubblica amministrazione”. 

Secondo Anief, quindi, nelle prossime settimane si ripeterà quanto accaduto nel settembre del 2012, quando in errori simili era caduto il ministro dell’Istruzione Profumo, che tentò di bloccare i laureati dopo il 2002. E perse la disputa giudiziaria, di fronte ai legali dell'Anief. Ora toccherà al ministro Giannini, che non ha voluto tenere conto di quel precedente sfavorevole all’amministrazione.

“È nostra intenzione far partecipare anche tutti i docenti che si stanno specializzando sul sostegno: sarebbe davvero assurdo escluderli dal concorso, a due mesi dal conseguimento del titolo d’ammissione dopo che le università hanno tardato ad avviarlo. Lo Stato – conclude Pacifico – non può ignorare il diritto, mettendo in atto una sorta di truffa nei confronti di migliaia e migliaia di cittadini”.

Anief ricorda che tra i candidati esclusi dal concorso vi sono i laureati con il titolo di accesso valido per l’insegnamento, spesso inseriti nella terza fascia delle graduatorie d’istituto, a volte anche in possesso del titolo di dottore di ricerca e con più di 36 mesi di servizio alle spalle. Ci sono poi i diplomati presso le Accademie delle Belle Arti o i Conservatori ad essi equiparati. Ma anche i possessori del diploma ISEF o quello degli ITP (gli insegnanti tecnico-pratici), che è sempre stato ritenuto titolo valido dal Miur, spesso non oggetto di specifiche selezioni concorsuali, mentre il diploma magistrale ad indirizzo linguistico è stato riconosciuto dai tribunali amministrativi, così come la partecipazione del personale di ruolo o degli educatori per la primaria. 

Il sindacato patrocina poi i ricorsi per far partecipare i laureandi o specializzandi SFP o AFAM o PAS, che stanno per conseguire un titolo dopo un percorso universitario a qualche mese dalla scadenza delle domande di partecipazione, o ancora dei docenti abilitati che stanno frequentando il corso di specializzazione per il TFA sostegno, a numero chiuso, o degli abilitati all’estero che attendono il riconoscimento del titolo da Viale Trastevere. Anief presenterà ricorso per far ammettere alle prove gli educatori esclusi dalla primaria (parlando con i codici ministeriali, si tratta dei PPPP che potranno partecipare alla selezione prevista per gli EEEE). Dovrà ricorrere, probabilmente anche chi, presentando come gli altri domanda in versione cartacea, ha conseguito un’abilitazione con riserva della sentenza di merito nonostante per il CdS ne abbia diritto.

Il sindacato intende permettere loro di partecipare comunque al concorso a cattedre. Per aderire al ricorso, basta registrarsi sul sito dell’Anief, presentare la domanda e aderire al ricorso attraverso un semplice link, che all’interno riporta tutte le istruzioni in merito. Anief, con l’occasione ricorda che è opportuno inviare la documentazione molto prima della scadenza, vista la prossima calendarizzazione degli scritti e le necessarie incombenze per istruire i ricorsi in tribunale. 

 

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