Concorso a cattedra. Coordinamento Nazionale TFA: penalizzati gli abilitati in lingue straniere

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Il Coordinamento Nazionale TFA evidenzia la disparità di trattamento che, alla luce delle recenti modifiche, penalizza gli abilitati di lingue straniere nel prossimo concorso.

Il Coordinamento Nazionale TFA evidenzia la disparità di trattamento che, alla luce delle recenti modifiche, penalizza gli abilitati di lingue straniere nel prossimo concorso.
Il Coordinamento si impegna quindi a supportare e diffondere il seguente comunicato, curato dalla prof.ssa  Tania Vinci, docente di spagnolo abilitata TFA I ciclo: 

Scrivo a nome di tutti i colleghi di lingue straniere che nei prossimi mesi dovranno affrontare il concorso a cattedra che il governo Renzi si appresta a bandire. Sappiamo che in questi giorni si è discusso molto sulle domande in lingua straniera previste per le classi di concorso non linguistiche, giungendo al compromesso di proporre le suddette domande in forma di comprensione del testo con risposta multipla. Nessuno si è, però, preoccupato di cosa sarebbe successo a noi docenti di lingue che dovremo svolgere l’intero esame (scritto e orale) in lingua straniera e senza l’uso del dizionario, almeno secondo quanto emerso nelle bozze circolanti su internet. Noi docenti di lingue siamo indignati dall’assoluto disinteresse nei nostri confronti e per garantire l’equità del concorso stesso chiediamo quanto segue:

–          – Possibilità di usare il DIZIONARIO MONOLINGUE durante la prova scritta;

–          – Impostazione della tastiera con i caratteri pertinenti alle lingue con sistema grafico diverso dalla lingua italiana (spagnolo, francese, tedesco,ecc…);

–         –  Legislazione in italiano;

–          – Prova uniforme alle altre cdc, vale a dire con 6 quesiti a risposta aperta e 2 a risposta multipla (o, in alternativa, tempi più lunghi).

I motivi di tali richieste sono presto detti: come qualsiasi linguista sa, il linguaggio legislativo esula dalle competenze linguistiche di un qualsiasi insegnante di lingue e anche di un qualsiasi madrelingua, trattandosi di linguaggio iperspecialistico che, anche nel caso di traduzioni specialistiche, richiede l’uso dello specifico dizionario settoriale. Inoltre, troviamo sia ingiusto, oltre che assurdo, chiederci di tradurre delle norme della legislazione italiana verso una lingua straniera nella quale i referenti di tale norme (come “organico di fatto”, “organico di diritto”, “organico dell’autonomia”…) non esistono!

Vi preghiamo di far conoscere questa situazione paradossale nella quale vogliono costringerci ad affrontare il concorso.

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