Concorso a cattedra. Anief: rivoluzione del Governo Renzi, mai più giovani laureati assunti a scuola…..

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ANIEF – Sta provocando reazioni vibranti il regolamento sul concorso a cattedre per 63.712 posti, previsto dalla legge Buona Scuola giunto ieri sera in Gazzetta Ufficiale. Scorrendo i bandi pubblicati sul sito del Ministero dell’Istruzione, i giovani laureati hanno avuto conferma delle indiscrezioni che circolavano da settimane: nessuno di loro potrà partecipare all’unica selezione nazionale che permette, in caso di idoneità, di arrivare all’immissione in ruolo nella scuola pubblica.

ANIEF – Sta provocando reazioni vibranti il regolamento sul concorso a cattedre per 63.712 posti, previsto dalla legge Buona Scuola giunto ieri sera in Gazzetta Ufficiale. Scorrendo i bandi pubblicati sul sito del Ministero dell’Istruzione, i giovani laureati hanno avuto conferma delle indiscrezioni che circolavano da settimane: nessuno di loro potrà partecipare all’unica selezione nazionale che permette, in caso di idoneità, di arrivare all’immissione in ruolo nella scuola pubblica. Concorso scuola docenti, ecco i bandi. Iscrizioni dal giorno 29 febbraio al 30 marzo

I 57.611 posti comuni e i 6.101 di sostegno – spalmati nei tre bandi riservati ad infanzia e primaria, alla secondaria e all’insegnamento agli alunni disabili – verranno distribuiti solamente tra gli abilitati. Non potranno accedere nemmeno i docenti già di ruolo e migliaia di abilitandi che hanno speso tra i 3mila e 4mila euro a testa proprio per questo scopo.

Attraverso il sito internet Istanze On Line predisposto dal Miur, dalle ore 8.00 di lunedì prossimo, fino alle ore 14.00 del 30 marzo, il Ministero dell’Istruzione non permetterà quindi loro di far presentare la domanda di accesso al concorso. Nel prendere atto di queste esclusioni illegittime, Anief conferma quanto annunciato nei giorni scorsi: siccome chi ha i titoli per concorrere ad una selezione pubblica non può essere estromesso, la prossima settimana Anief renderà pubbliche le modalità per far impugnare l’esclusione e far comunque partecipare tutti i precari non abilitati con 36 mesi di servizio, in possesso di adeguata laurea o diploma di maturità, i docenti già di ruolo e i giovani laureati, anche loro forniti del titolo previsto. Il giovane sindacato, inoltre, come annunciato, impugnerà l’esclusione illegittima dal concorso a cattedre dei circa 5mila abilitandi di sostegno e di tutti gli abilitandi su disciplina che stanno completando il percorso formativo universitario.

Anief ricorda che una parte dei precari scorrettamente esclusi, almeno diecimila, insegnano già stabilmente: ogni anno fanno funzionare i nostri istituti e vengono nominati attraverso le graduatorie d’Istituto. Altre migliaia sono supplenti ‘brevi’: costoro, nelle intenzioni del legislatore della Legge 107/15, saranno sostituiti dagli insegnanti assunti con il cosiddetto “potenziamento”, la fase C del piano straordinario di assunzioni. 

“Ora, improvvisamente, dopo anni di supplenze, viene detto loro che non servono più”, tuona Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Eppure, sino ad oggi, quando ci si iscriveva all'Università, lo studente era chiamato a scegliere un piano di studi. Tutti quelli che avevano intenzione di insegnare hanno scelto gli esami utili, richiesti proprio dal Miur attraverso una serie di tabelle predisposte a questo scopo. Ora, si decide di cambiare”. 

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