Bullismo a Pordenone. I genitori potrebbero essere accusati di omessa vigilanza
"Mi dicevano: ucciditi. Perché non ti uccidi?", ha riferito la ragazzina ricoverata nell'ospedale di Udine con fratture al tallone ma fuori pericolo, dopo essersi lanciata dalla finestra della sua cameretta.
"Mi dicevano: ucciditi. Perché non ti uccidi?", ha riferito la ragazzina ricoverata nell'ospedale di Udine con fratture al tallone ma fuori pericolo, dopo essersi lanciata dalla finestra della sua cameretta.
I ragazzini scrivevano frasi moleste e ingiuriose su telefonini intestati ai genitori, perché un minorenne non può intestarsi una sim. Ed ora i genitori rischiano una indagine per omessa vigilanza: avrebbero dovuto sapere che i figli si comportavano da bulli nei confronti di una compagna di classe.
"L'omessa vigilanza è connessa con la responsabilità genitoriale: se un figlio commette un reato, questo viene addossato al genitore", commenta con l'HuffPost l'avvocato Giorgio Vaccaro, esperto di diritto di famiglia. "In questo caso non occorre che i presunti atti di bullismo siano stati commessi con il telefonino o usando un computer".
"I magistrati dovranno però verificare l'imputabilità di questi ragazzini e, come accade normalmente, anche l'ambiente famigliare della vittima per comprendere la sua tenuta psicologica o l'eventuale esistenza di problematiche gravi in casa".
Questa verifica riguarderà "tutti i minorenni coinvolti" e accerterà la responsabilità dei genitori, i quali potrebbero essere chiamati in causa per non aver controllato i messaggi dei loro figli.
I parlamentari intanto chiedono di velocizzare l'iter del disegno di legge contro il bullismo, che darebbe ai genitori delle vittime la facoltà di chiedere l'oscuramento immediato dei dati e delle informazioni divulgate nei siti senza il consenso dei ragazzi e prevede anche che se il piccolo bullo viene ritenuto responsabile di minaccia o diffamazione prima della denuncia potrà essere ammonito.
Il ministro Giannini ha fatto sapere che invierà personale del ministero alla scuola di Pordenone:" “Il Miur – ha ribadito Giannini – si è già attivato per un supporto alla scuola. Nei prossimi giorni, il personale ministeriale sarà a Pordenone per sostenere la comunità scolastica. Per prevenire questi episodi – ha detto ancora il Ministro – bisogna lavorare anche al di fuori delle istituzioni scolastiche, senza trascurare l’impegno che già da tempo portiamo avanti nei confronti degli insegnanti, per sensibilizzarli nei confronti del bullismo”.