Anche Trento sceglie il concorso docenti: deluso il Coordinamento abilitati PAS e TFA

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Nessuna “soluzione ponte” per i docenti abilitati trentini PAS e TFA che, come il resto dei colleghi di tutta l’Italia (eccetto quelli di Bolzano) dovranno effettuare il concorso per poter sperare nel fatidico ruolo.

Nessuna “soluzione ponte” per i docenti abilitati trentini PAS e TFA che, come il resto dei colleghi di tutta l’Italia (eccetto quelli di Bolzano) dovranno effettuare il concorso per poter sperare nel fatidico ruolo.

Così, si dichiara deluso il “Coordinamento dei docenti trentini abilitati e abilitandi” della Provincia di Trento che aveva sperato, per analogia a quanto sta invece accadendo nella vicina Bolzano, in una deroga al concorso.

Insomma – come spiega la giornalista Agata Scarafilo – un esonero che trovava giustificazione sopratutto nel fatto che la stessa Provincia di Trento, avvalendosi dell’autonomia, non ha voluto recepire molti aspetti della Legge su “La Buona Scuola”, come ad esempio le immissione in ruolo di numerosi docenti precari (fase A-B-C). A tutto ciò si aggiunge il fatto che l’Amministrazione provinciale (che come risaputo in materia di scuola ha ampia autonomia) ha deciso di non aprire le graduatorie e di non aggiornare le esistenti, così come invece è avvento nel resto d’Italia. Conseguenza di tutto ciò è che numerosi docenti abilitati sono tutt’oggi collocati nell’ultima delle tre fasce delle graduatorie d’istituto.

Sulla base di tutto ciò, il Coordinamento non capisce perché in alcuni casi la Provincia di Trento ci si avvale della famosa autonomia ed in altri no. Una costante, però, è comune nei due casi: la non valorizzazione di percorsi abilitanti (PAS e TFA) per cui i docenti, non solo hanno speso denaro, ma si sono sottoposti ad esami impegnativi.

“Il presidente della Provincia di Trento -afferma il Coordinamento- ha deciso di affossare l’autonomia di cui dovrebbe essere garante, adeguandosi a contestatissime linee nazionali”.

“In barba all'autonomia –continua il Coordinamento- si è deciso di pasticciare ulteriormente la già intricata gestione del numeroso e storico precariato scolastico indicendo un nuovo concorso che, siccome sarà dai candidati preparato in fretta e furia, non sarà certo in grado di misurare davvero le loro capacità e le conoscenze e soprattutto di vagliare la loro capacità di gestire una classe”.

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